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Napoli – “Quello che è accaduto a Giulia ha tristi analogie con il caso di Carla e questo dimostra che non bastano solo buone leggi ma che serve anche una reale formazione di chi deve occuparsi di prevenzione e tutela delle cosiddette ‘fasce deboli'”. Lo sottolinea l’avvocato Maurizio Zuccaro, ex legale di Carla Ilenia Caiazzo, la 39enne che nel 2016, a Pozzuoli fu vittima di una storia analoga a quella Giulia Tramontano, la 29enne incinta di 7 mesi uccisa dal fidanzato reo confesso.

Una storia, quella di Carla, che, per fortuna ebbe un esito diverso: riuscì infatti a salvarsi dalle fiamme appiccate dal suo ex che le devastarono il viso. “Un miracolo che cammina”, in sostanza, come lei stessa ebbe a definirsi: la bimba che portava in grembo si salvò e il suo viso tornò dolcissimo, così com’era, dopo oltre quaranta dolorosissimi interventi chirurgici. Una forza enorme che la spinse a diventare un simbolo della lotta alla violenza contro le donne. L’uomo che tentò di ucciderla, Paolo Pietropalo, venne condannato a 18 anni di reclusione – con il rito abbreviato – per tentato omicidio e stalking, pena confermata il 28 novembre 2017 dalla Corte d’Appello di Napoli. “Occorre una rivoluzione copernicana – dice ora l’avvocato Zuccaro, promotore di una proposta di legge sull’omicidio di identità – che parta dalla scuole per insegnare alle nuove generazioni il rispetto e la tutela delle diversità”.

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