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Napoli – È partito sul lungomare di Napoli il corteo funebre di commercianti, artigiani e partite iva di Napoli. Attraversa Chiaia e prosegue per Palazzo Santa Lucia. I commercianti portano una bara che rappresenta l’Italia morta. Uccisa dalla pandemia, dalla poca chiarezza sulle norme e sugli aiuti da parte dello Stato. “O ci ascoltate o rischiate le quattro giornate“, così i commercianti riuniti sul lungomare. La rabbia di imprenditori si manifesta in modo pacifico per le strade di Napoli. Chiedono di essere ascoltati dalle istituzioni a tutti i livelli. Non è una manifestazione contro qualcuno, ma una richiesta di ascolto. Chiedono più tutele per il lavoro, diritto alla salute e all’istruzione, ma anche diritto alla resistenza. Al corteo non prende parte molta gente. Insieme agli imprenditori e commercianti c’è anche un gruppo di cittadini della provincia che manifesta per il diritto alla casa. Ognuno di loro è stato colpito da un provvedimento di abbattimento delle abitazioni emesso dalla magistratura a causa di abusi commessi oltre trent’anni fa. 

Il corteo termina davanti alla sede della Giunta Regionale a Santa Lucia. Mentre i commercianti sfilano le saracinesche di bar, caffetterie e pasticcerie si abbassano, sono le 18,00.