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NAPOLI – Ieri sera, il bellissimo film di Sergio Rubini dedicato ai fratelli De Filippo (altro successo di Rai Uno targato Napoli: serata stravinta con quasi 4 milioni di telespettatori e uno share superiore al 20%) si è chiuso con i tre protagonisti sul proscenio a raccogliere finalmente i loro applausi. E con Eduardo che, dopo aver firmato delle cambiali per andare in scena e Titina accanto che gli fa ‘Eduà, ce l’abbiamo fatta!’, segna il riscatto dicendo: “Mo simme nuje”.
 
E’ più o meno quello che vanno ripetendo il sindaco Gaetano Manfredi e il suo assessore al bilancio Pier Paolo Baretta da quando hanno chiuso a Roma l’accordo che porterà nelle casse comunali 1,3 miliardi di euro per i prossimi 20 anni. Se non proprio “ora siamo noi”, Manfredi e Baretta, con la stessa convinzione di Eduardo che firmava cambiali pur di andare in scena e scommettere su se stesso, si assumono la responsabilità di dire senza se e senza ma: “Ora tocca a noi”.
 
E quindi: nessuna scusa nemmeno per loro. I soldi ci sono. E ora accettano la sfida che la partita si decida con la loro capacità di progettare e realizzare quelle cose, dall’Università a Scampia a una metropolitana efficiente, da un verde pubblico degno fino a quelle trasformazioni urbane capaci di ridare slancio all’economia, che possono rilanciare Napoli nel post-pandemia. 
 
“Napoli riparte – ha ripetuto poco fa il primo cittadino su Facebook – Il miliardo e trecento milioni di euro assegnati alla nostra città sono un segno, potente, delle aspettative che il governo ha in Napoli e nei napoletani e delle enormi potenzialità della nostra città”.
 
“Grazie al presidente Mario Draghi e al governo, a partire dal ministro Franco e al sottosegretario Garofoli, che hanno creduto in questo grande progetto di rilancio – ha scritto ancora Manfredi nell’ultimo post del 2021 – Grazie a tutte le forze politiche che lo hanno fortemente sostenuto. E grazie ai napoletani che hanno avuto fiducia nel mio progetto di governo della città”.
 
“Adesso tocca a noi dimostrare di essere all’altezza della sfida, come istituzioni e come cittadini – ha postato ancora Manfredi a poche ore dall’inizio del 2022 – È possibile ricostruire Napoli soltanto attraverso uno sforzo collettivo. Ma siamo chiamati a compierlo con la consapevolezza di non essere più da soli e la certezza di riprenderci il posto che meritiamo: una città leader in Italia e in Europa”.
 
La scommessa è più che mai forte e chiara, quindi. Senza possibilità di essere fraintesa: Manfredi, ad iniziare dal 2022, punta su se stesso e la sua “compagnia” per andare presto anche lui sul proscenio, alzare le braccia al cielo e raccogliere l’applauso. E, soprattutto, pronunciare davanti ai napoletani quel tanto sospirato “mo simme nuje”.