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Napoli – Oggi, 21 dicembre, la città di Napoli spegne le sue 2493 candeline. Ma è una festa amara, la prima di sempre con la pandemia da coronavirus.

Sopravvissuta ad innumerevoli sciagure come invasioni, guerre, epidemie e numerose catastrofi naturali, su tutte le eruzioni del Vesuvio. Napoli, a quasi 2500 anni di vita, si trova ad affrontare così un altro grande ostacolo. Ma non bisogna di certo abbattersi.

Come recita un noto proverbio: “O napulitan s fa sicca ma nun more” e questa città che non smette mai di stupire ha conosciuto i suoi giorni migliori proprio dopo le grandi “sfortune” della vita. Perché si sa che l’ora più buia della notte è sempre quella che precede il sorgere del sole.

Non tutti sanno invece che proprio il 21 dicembre è ufficialmente ritenuto il compleanno “simbolico” di Napoli. Tra i miti portanti della città c’è infatti la storia della sirena Partenope che dopo essere stata rifiutata da Ulisse venne a rifugiarsi proprio a Mergellina, su quello che oggi è Castel dell’Ovo.

Fondata dai Cumani, fu greca, poi romana, bizantina, successivamente capitale del omonimo Regno di Napoli, fin ad arrivare all’unità italiana. Questi sono solo alcuni dei numeri di Napoli che delineano la vita di una delle città più antiche del globo. Difatti non basterebbero intere enciclopedie per raccontare tutti i primati di quella che ancora oggi è tra le città più narrate di sempre nella storia del mondo, classico e contemporaneo.

Nomi e numeri che a distanza di secoli custodiscono ancora gran parte del patrimonio Unesco del vecchio continente, che a Napoli trova sicuramente una sua collocazione speciale. Per dirne una basti pensare che il centro storico napoletano è per estensione di perimetro il più grande centro cittadino “protetto” dall’organizzazione mondiale sulla tutela del patrimonio culturale esistente.

“Dovunque sono andato nel mondo ho visto che c’era bisogno di un poco di Napoli” raccontava Luciano De Crescenzo. “Per me l’Italia inizia da Napoli” spiegava Gérard Depardieu, mentre per Stendhal Napoli era “la città più bella dell’Universo”. Ma non è tutt’ora quel che luccica “Napoli è un paradiso abitato da diavoli
ci ricordava invece Benedetto Croce.