- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – L’ex portiere del Napoli Pino Taglialatela è stato assolto dalla seconda sezione della Corte d’Appello di Napoli dall’accusa di essere un prestanome del clan Mallardo di Giugliano (Napoli). ‘Batman’, così come era soprannominato quando giocava in maglia azzurra, negli anni Novanta, già in primo era stato scagionato dall’accusa mossa dalla Dda di intestazione fittizia di alcuni autoveicoli e di associazione di stampo mafioso. La Procura Antimafia, però, presentò ricorso chiedendo per lui la condanna. 

Pino Taglialatela è stato difeso dai penalisti Luca Capasso e Monica Marolo che si dicono soddisfatti per il risultato. “E’ quello che ci aspettavamo e anche Pino è soddisfatto. In questo momento sta festeggiando la decisione della Corte d’Appello che ha messo finalmente la parola fine a una brutta vicenda che ha prodotto forti ripercussioni sulla sua vita, anche lavorativa, con la perdita di una serie di contatti”. Nel 2012 era stato iscritto nel registro degli indagati per una inchiesta che aveva portato in carcere cinque esponenti del clan Mallardo di Giugliano. 

Una cosca ricca e con spiccate capacità imprenditoriali. Per il pubblico ministero Maria Cristina Ribera, l’ex calciatore Pino Taglialatela era uno degli affiliati alla cosca, in grado anche di riciclare soldi di provenienza illecita con intestazioni fittizie di beni. Così al termine di una lunghissima requisitoria davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Napoli aveva chiesto in primo grado la condanna a 14 anni di carcere, come se fosse un boss. Nel processo sono imputati anche i camorristi, quelli per così dire ‘patentati’. Le indagini furono condotte dal Gico della Guardia di Finanza di Napoli che con una informativa depositata alla Dda aggravo’ la posizione dell’ex portiere del Napoli che era ritenuto ’la testa di legno’ del capoclan Moraca.