- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Il centrodestra della Campania incassa un altro smacco, il “no” del magistrato Catello Maresca, alla proposta di candidarsi alla presidenza della Regione, e ora per la coalizione Lega-Fdi-Fi è davvero notte fonda.

Mentre il presidente uscente, Vincenzo De Luca, scala vette inesplorate di consenso nei sondaggi, e si gode la fama di pop star internazionale conquistata durante l’emergenza coronavirus, che ha visto la Campania conquistare la vetrina mondiale di regione di eccellenza per quel che riguarda la lotta all’epidemia, la coalizione dei moderati, perso il magistrato, confida nella magistratura: nei conciliaboli tra addetti ai lavori, l’unico ritornello che si ascolta da parte di alcuni esponenti del centrodestra campano è il seguente: De Luca stravincerà le elezioni, a meno che non arrivi un’inchiesta ad azzopparlo”.

Anche per questo motivo, Lega, Fdi e Fi sperano che la data delle elezioni regionali venga fissata il più tardi possibile. Una sindrome della sconfitta, quella del centrodestra campano, che sta portando la coalizione sull’orlo del baratro: il terzo posto, dietro centrosinistra e M5s, sembra sempre più una prospettiva concreta.

La gestione politica del periodo dell’emergenza da parte dell’opposizione di centrodestra è stata tragica: lo slogan “Siamo ultimi”, ripetuto mentre la Campania inanellava risultati straordinari, è diventato un refrain respingente, antipatizzante.

Il balletto sulle candidature, sta paralizzando la coalizione, che è in uno stato, dal punto di vista politico, di assoluta prostrazione. La Lega vuole il candidato alla presidenza della Regione, mentre Forza Italia è alle prese con la lotta intestina tra la componente guidata da Mara Carfagna e quella che fa capo a Stefano Caldoro. Il risultato è la paralisi totale.

Per Forza Italia, soprattutto, la contraddizione è dirompente: il partito garantista per definizione spera che un avviso di garanzia, un’inchiesta, un provvedimento dei giudici blocchi la corsa di De Luca verso la riconferma. Prevediamo tempi cupi, per quello che fu il movimento della grande rivoluzione liberale.