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In Italia non c’è area meglio monitorata dei Campi Flegrei. Il problema è che la comunità scientifica non sa quando e se arriva il magma e quando e se arriva la scossa. Quindi bisogna convivere con il rischio. Per farlo occorre una convivenza vigile, cioè che gli abitanti sappiano in un determinato momento come debbono comportarsi.
Questa si chiama prevenzione non strutturale. Questa non è stata mai fatta nei Campi Flegrei. La si comincia a fare soltanto da qualche mese dopo che io ho proposto al governo, che ha approvato, il primo decreto legge nell’ottobre dello scorso anno. Continueremo la prevenzione non strutturale insieme a quelle strutturale”. Così ai giornalisti a Catania il ministro della Protezione Civile e del Mare Nello Musumeci.

Nei Campi Flegrei non bisognava costruire o bisognava farlo con un minimo di responsabilità. Non c’è mai stata una corretta pianificazione urbanistica. Il rischio zero lì non esiste ma abbiamo il dovere di ridurre la vulnerabilità, l’esposizione del costruito sia al rischio vulcanico sia quello del bradisismo. Dal 2005 in quella zona il suolo si è alzato di un metro e 26 centimetri”.