- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti
NAPOLI – Tra le tante spine cui deve far caso il Partito Democratico per non aggravare le ferite aperte dopo la sconfitta elettorale del 25 settembre c’è anche quella di Ercolano.
 
Un vero e proprio caso, che rischia di vedere il partito da un lato e il gruppo consiliare che dovrebbe rappresentarlo da un altro.
 
Ma andiamo con ordine: nella città degli scavi, nel 2020, Ciro Bonajuto, nel frattempo diventato coordinatore campano di Italia Viva, è stato votato con un plebiscito di nuovo sindaco. E il Pd ha contribuito alla sua rielezione con un risultato di prim’ordine: il 30% dei suffragi che gli valsero ben 10 consiglieri comunali.
 
Sta di fatto che due anni dopo, a ridosso delle politiche, il sindaco prima ha azzerato la giunta e poi, pur riconfermando i 3 dem nella sua squadra di governo, ha sparato a zero proprio contro il Pd.
 
Un paradosso. Che Marco Sarracino, il segretario provinciale del Pd, ha rimarcato prima di tutti nel suo intervento nel corso della direzione che ieri si è soffermata sui risultati elettorali.
 
E che oggi ha animato questo comunicato a firma dei Giovani Democratici di Ercolano: “Le dichiarazioni di Marco Sarracino ieri in direzione metropolitana sullo stato del Pd Ercolano squarciano il velo di Maya che da troppo tempo viviamo. Il sindaco, coordinatore regionale di Italia Viva, ha rilasciato un’intervista in cui ha sostenuto che il “Pd è fuori dalla realtà”.
 
“Un’uscita infelice – sottolinea l’organizzazione guidata da Giovanni OlivieroIl partito, ad Ercolano, grazie al risultato elettorale delle ultime amministrative, gli ha permesso di ottenere una larghissima maggioranza per amministrare”.
 
Fatto sta che le parole al veleno del sindaco renziano, fino alla presa di posizione di Sarracino di ieri e dei Giovani Democratici di oggi hanno avuto l’effetto di una lama nel burro: non hanno incontrato resistenza. E nemmeno questo è passato inosservato agli occhi dei Giovani Democratici: “Siamo certi che l’inaccettabile silenzio che ne è seguito sarà presto riempito da azioni e proposte volte a testimoniare che la crisi che il Pd ha attraversato anche ad Ercolano è finita”.
 
“Questa crisi ha determinato la percezione di uno scollamento tra il gruppo consiliare, i militanti e la città che ha pesato anche sul risultato delle ultime elezioni politiche (il 25 settembre, ad Ercolano, il Pd ha conquistato il 15% dei consensi, ndr). Oggi il Pd a Ercolano è percepito come lo strumento della conservazione dello status quo, mentre tutti noi, militanti e dirigenti di questa comunità politica, sappiamo che il nostro partito è e può essere il soggetto capace di garantire l’emancipazione del nostro territorio”.
 
“Dopo le dichiarazioni del segretario Metropolitano – conclude la nota dei Gd sarà necessario che ciascuno torni a lavorare con responsabilità, unitariamente, alla riaffermazione di un soggetto politico audace, autenticamente riformista che sappia interpretare ed intercettare il conflitto e farsi garante del cambiamento per la città determinando le scelte amministrative senza subalternità e con un’identità precisa”.