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 di Ornella d’Anna

Napoli – Strade “rattoppate” senza criterio, aiuole e alberi abbandonati, parcheggiatori abusivi, spazzatura ovunque (e senza le campane dell’umido), “movida” fuori controllo: Chiaia è al collasso. Quello che, nei secoli, è stato denominato “salotto buono”, la vetrina della Napoli che funziona, oggi non funziona più. O meglio, è la città tutta a essere allo sbando, carente com’è di manutenzione, sicurezza, organizzazione. Lo pensano in tanti, il malumore serpeggia tra la folla ma, soprattutto, a pensarlo è una certa parte del mondo istituzionale partenopeo. Mondo di cui fa parte Francesco De Giovanni, presidente della I Municipalità che guarda allo stallo del suo quartiere con desolata preoccupazione:

Presidente, cosa resta oggi dei fasti di Chiaia?

Resta l’immagine, che è comunque quella della Municipalità dei professionisti, delle griffe, delle vie più centrali. A venire totalmente meno è il concetto di manutenzione, che è un obiettivo che al Comune manca del tutto. Il Sindaco dovrebbe porselo come ideale pratico invece non c’è proprio una previsione di manutenzione urbana. Questo si traduce in assenza di verde e di sottoserservizi.

Partiamo dalle strade: di fatto, sono impraticabili. Perché non si interviene?

Napoli si avvale della Napoli Servizi e di un servizio che si chiama Pis – Pronto intervento stradale. Se c’è una buca, loro arrivano e la ‘tappano’; questo, però, è un intervento momentaneo che prevederebbe un secondo step, ovvero un successivo intervento definitivo. Ecco, il secondo step non esiste. Ora mi chiedo, i soldi che vengono investiti in altro non potrebbero essere investiti per sistemarle? In quale altra città al Mondo accade? Qui non è previsto per un fattore ideologico, perché si è sempre in giro a fare manifestazioni.

Passiamo oltre. Verde pubblico. Da quand’è che non si potano gli alberi?

Gli alberi non si potano, ormai si tagliano. La villa Comunale è un discorso a parte, a singhiozzo ci sono solo i lavoratori socialmente utili; quanto alle aiuole della Municipalità, i decespugliatori li abbiamo acquistati noi a spese nostre, i giardinieri – per giunta anziani – si muovono con auto propria e lavorano solo con quelli quindi non possono fare chissà che, fanno quello che possono. Per pulire, si badi, non per gestire le aiuole. Le uniche messe bene sono quelle affidate ai privati ma non è che si possa fare affidamento solo sull’autogestione. Chiariamo, il nostro Sindaco ha un carisma eccezionale ed è molto astuto ma riesce a individuare solo cose di immagine: per esempio, recentemente abbiamo visto un nuovo progetto per Mergellina. Bellissimo, peccato non si sia pensato ai parcheggi!

I parcheggi: altro nodo da sciogliere. A Chiaia sono pochissimi.

Sì, c’è un retaggio comunista di odio dei parcheggi interrati. La sinistra sostiene che il parcheggio sia attrattore di traffico. Perciò, ad esempio, sono stati revocati i permessi per un nuovo parcheggio sotto piazza Vittoria; alla Torretta i residenti non sanno dove mettere le auto; senza considerare la totale mancanza di trasporti.

In tutto questo, la Muncipalità però che potere di azione ha? Cosa fate voi per migliorare la situazione?

A livello regolamentare, avremmo moltissimo potere. In accordo anche con la Polizia municipale che, teoricamente, dipenderebbe da noi. Dovremmo avere noi la manutenzione delle strade secondarie, quindi dovremmo avere un budget da destinare a queste migliorie con delle ditte serie che se ne occuperebbero. In pratica, sono otto anni che faccio il presidente e non ci è mai arrivato un centesimo. Ci hanno svuotato di ogni autorità, privandoci anche della possibilità di concedere autorizzazioni.

Ultima domanda: movida “selvaggia”. Si discute da giorni della nuova ordinanza comunale in merito, che ne pensa?

Avevo inviato a sindaco e assessori una nota, nella quale prospettavo la chiusura dei ‘baretti’ a mezzanotte dalla domenica al giovedì e alle due negli altri giorni, con una tolleranza di mezz’ora. Si tratta di una misura di buon senso, una proposta per riconvertire l’area in ristorantini con una clientela diversa. In generale, l’idea dovrebbe essere quella di migliorare le zone degradate. Qui si fa l’inverso, si peggiorano le zone buone.