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Il denaro della camorra riciclato in uno dei settori più redditizi: il petrolio e il commercio al dettaglio. Quote cedute a boss per evitare tangenti. Uno scenario inedito e preoccupante quello svelato da una maxi-inchiesta della Guardia di Finanza che ha riguardato diverse regioni. Il riciclaggio di denaro, frutto di traffici illeciti, non solo nella economia legale per “ripulirlo”, ma anche nell’economia criminale per produrre ulteriori proventi illeciti, in questo caso attraverso frodi fiscali nel settore degli oli minerali.

L’operazione Petrol-Mafie spa rappresenta l’epilogo di indagini condotte su una duplice direttrice investigativa dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Napoli, Roma, Reggio Calabria e Catanzaro – con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e di Eurojust – che hanno fatto emergere la gigantesca convergenza di strutture e pianificazioni mafiose originariamente diverse nel business della illecita commercializzazione di carburanti e del riciclaggio di centinaia di milioni di euro in società petrolifere intestate a soggetti insospettabili, meri prestanome.

In Campania l’affare è del sodalizio criminale dei Moccia che è una tra le più potenti e pericolose organizzazioni camorristiche del panorama nazionale ed è notorio per l’abilità nello stringere patti con esponenti di rilievo dei settori pubblico e privato per agevolare profittevoli investimenti di capitali illeciti nell’economia, legale e illegale. Il settore era gestito da Antonio Moccia attraverso contatti, ampiamente intercettati, con l’imprenditore di settore Alberto Coppola, coi commercialisti Claudio Abbondandolo e Maria Luisa Di Blasii e col faccendiere Gabriele Coppetta. Infatti Coppola utilizzava nelle proprie relazioni commerciali la sua parentela con Moccia, presentandosi all’occorrenza come suo cugino; lo stesso Moccia qualificava il Coppola pubblicamente come suo “cugino”. Attraverso una serie di operazioni societarie, il gruppo entra in rapporti con la Max Petroli di Anna Bettozzi, che aveva ereditato l’impero di Sergio Di Cesare, noto petroliere romano.

Bettozzi, trovandosi a gestire una società in grave crisi finanziaria, grazie alla conoscenza di Coppola era riuscita a ottenere forti iniezioni di liquidità da parte di vari clan di camorra, tra cui quelli dei Moccia e dei Casalesi, che le avevano consentito di risollevare le sorti dell’impresa, aumentando in modo esponenziale il volume d’affari, passato da 9 milioni di euro a 370 milioni di euro in tre anni, come ricostruito dal III Gruppo Tutela Entrate della GDF di Roma su delega della Dda capitolina, anche grazie alla trasmissione da parte della Procura di Napoli delle proprie risultanze investigative, in totale osmosi informativa. Il successo imprenditoriale consentiva inoltre agli indagati di mantenere un elevato tenore di vita, fatto di sontuose abitazioni, gioielli, orologi di pregio e auto di lusso.

Nel frattempo, i Moccia ponevano la base logistica per lo svolgimento delle attività fraudolente negli uffici napoletani di Coppola da dove venivano coordinate le commesse di materiale petrolifero e organizzato il vorticoso giro di fatturazioni per operazioni inesistenti e i movimenti finanziari (esclusivamente on-line). Per il gruppo criminale, infatti, una volta disposti i bonifici relativi al formale pagamento del prodotto energetico sorgeva la necessità di monetizzare in contanti le somme corrispondenti all’Iva non versata all’erario dalle società cartiere. I soldi provenienti dalle attività illecite dei clan reinvestiti in un settore economico legale, quello dei petroli, per produrre altri proventi illeciti attraverso le frodi fiscali: un effetto moltiplicatore dell’Illecito che finisce per annichilire la concorrenza, sia per i prezzi alla pompa troppo bassi per gli operatori onesti, sia perché questi ultimi indietreggiano quando capiscono che hanno di fronte imprenditori mafiosi.

Come emerso dalle indagini napoletane, la rilevanza dell’incipiente business dei Moccia nel settore degli oli minerali, nel quale quel clan era diventato egemone proprio grazie ai prezzi super-competitivi ottenuti grazie alle frodi, provoca reazioni anche violente da parte di altri clan della camorra. Alberto Coppola subisce due attentati con esplosione di colpi di pistola, a seguito dei quali non esita a chiedere aiuto al suo referente e parente Antonio Moccia che si attiva. Ne consegue una pax mafiosa, imposta dai Moccia e suggellata con la cessione di una quota dell’impianto di carburanti al clan Mazzarella.

Riepilogo dei reati contestati e dei provvedimenti eseguiti

TOTALE COMPLESSIVO MISURE PERSONALI: N. 71 (56 OCC + 15 FERMI)

TOTALE SEQUESTRI: 946.500.000 euro

DDA NAPOLI

Misure cautelari personali nei confronti di n. 10 soggetti (6 arresti in carcere, 4 arresti domiciliari). Sequestri per circa 4.500.000 euro.

Reati ipotizzati: artt. 416 bis (associazione di tipo mafioso), 416 bis 1. (circostanza aggravante per reati connessi ad attività mafiose), 512 bis (trasferimento fraudolento di valori), 513 bis (illecita concorrenza con minaccia o violenza), 629 (estorsione) in relazione al 628 comma nn.1 e 3, 648 bis (riciclaggio), 648 ter (impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita), 648 ter.1 (auto-riciclaggio), 240 bis (confisca per sproporzione), 110 (concorso nel reato), 56 (tentativo) e 81 c.p.v. c.p. e artt. 10, 12 e 14 L. 497/74 (detenzione e porto illegale di armi).

Hanno operato 220 Finanzieri del Comando Provinciale Napoli.

Destinatari dei provvedimenti cautelari:

  CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE

1.      COPPETA Gabriele, nato ad Afragola il 04.04.1965;               

2.      COPPOLA Alberto, nato a Napoli il 19.07.1967;                       

3.      D’AMICO Salvatore alias “O’ Pirata”, nato a Napoli il 01/08/1973;            

4.      LIBERTI Domenico, nato a Napoli il 26.03.1969;                          

5.      MAZZARELLA Francesco, nato a Napoli il 14.05.1971;                     

6.      VIVESE Giuseppe, nato a Napoli il 06.08.1983.                            

  ARRESTI DOMICILIARI

7.      ABBONDANDOLO Claudio, nato a Napoli il 22.12.1972;           

8.      COPPOLA Silvia, nata a Torre del Greco (NA) il 23.02.1995;    

9.      DI BLASIO Maria Luisa, nata a Napoli il 21.11.1950;     

10.   FIANDRA Aldo, nato a Casoria (NA) il 20.04.1960;