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Napoli – La commissione Scuola, presieduta da Luigi Felaco, ha fatto il punto con l’assessora all’Istruzione Annamaria Palmieri e i rappresentanti della Seconda e della Decima Municipalità sulla situazione dei nidi Gianturco e Faraglia.

Le attività finanziate con il secondo riparto dei fondi del Piano di Azione e Coesione coordinato dal Ministero dell’Interno, e che nel Comune di Napoli hanno come riferimento le dieci Municipalità, sono state prorogate al 30 giugno del 2019. Introducendo la riunione, il presidente Felaco ha sottolineato che, nonostante le difficoltà e le differenze che si sono registrate nei vari territori, l’utilizzazione di fondi europei per l’avvio di asili nido ha consentito di ristrutturare e rifunzionalizzare diversi edifici e di rispondere ad un bisogno diffuso; il principale limite di questa esperienza è, però, nell’impossibilità di garantire la continuità didattica, problema che riguarda anche le scuole dell’infanzia comunali che hanno problemi di personale, per cui è necessario aprire con il governo un tavolo sulle assunzioni nelle scuole comunali.

Il consigliere Lebro (La Città) che ha richiesto la convocazione della riunione ha messo in evidenza l’urgenza di rendere chiara all’utenza la prospettiva che continui l’esperienza dei nidi aperti con i fondi PAC; se è senz’altro positivo che il Comune sia riuscito ad utilizzare questa opportunità e ad aprire nuovi nidi, resta la complessità della loro gestione, con gare di breve durata, e l’incertezza sulla loro possibilità di continuare e, in ogni caso, l’insufficiente informazione fornita alle famiglie sulla natura provvisoria delle esperienze partite nei vari territori. Proprio il racconto dell’esperienza di una mamma della Decima Municipalità intervenuta alla riunione mette in evidenza il trauma che ha prodotto nei bambini il cambio improvviso tra le due gestioni degli operatori e il disagio delle famiglie che hanno abbandonato il nido comunale per una struttura senza la necessaria informazione sul fatto che i nidi PAC potrebbero sospendere le proprie attività se il programma non verrà rifinanziato.

Nella Seconda Municipalità, alla quale fa capo la scuola Gianturco, ha spiegato la funzionaria Giuseppina Molinari, è in corso la gara per aggiudicare, fino a giugno del 2019, la gestione delle strutture PAC, pur non essendo ancora pervenuto, per problemi tecnici, il decreto di finanziamento; sono 5 i nidi aperti con i fondi PAC con 105 posti assicurati e ci sono lunghe liste di attesa. Quanto alla continuità didattica, proprio la Gianturco ha visto aggiudicata la gestione alla stessa cooperativa, e in ogni caso si è prevista una fase di accompagnamento nel caso in cui le gestioni si avvicendino. Anche per il vice presidente della Municipalità Luigi Carbone è da valutare positivamente il fatto che si sia riusciti a garantire un servizio, anche se non obbligatorio, perché migliora le condizioni di vita di una comunità, fatto particolarmente importante in un territorio che presenta situazioni di disagio sociale.

Nella Decima Municipalità, ha spiegato l’assessore Arnaldo Maurino, con i fondi del secondo riparto si è riusciti a ristrutturare una ex scuola in stato di abbandono, la Faraglia, che ha 31 iscritti; c’è una forte richiesta di asili nido e lunghe liste di attesa; le municipalità, ha concluso, faticano a gestire una materia così complessa perché soffrono della mancanza di personale. Il dato delle lunghe liste di attesa per i nidi è stato anche citato dal presidente della commissione scuola Massimo Minopoli per il quale queste strutture sono anche da considerare come presidi dello Stato sul territorio. Il presidente della Decima Municipalità, Civitillo, ha messo in evidenza che i principali punti di criticità sui PAC, che sono stati comunque un’importante risorsa, sono stati l’appesantimento burocratico e le modalità di gestione previste; se la domanda di asili nido è cresciuta, occorre una programmazione pluriennale.

Forti differenze si sono registrate tra le varie Municipalità, ha detto il consigliere Cecere di Dema, e in alcuni casi alle lunghe liste di attesa si sono contrapposte situazioni in cui, come nell’Ottava, non ci sono state domande di iscrizione.

L’assessora all’Istruzione Annamaria Palmieri ha invitato a valutare come un successo il fatto che il Comune di Napoli si sia impegnato ad utilizzare i fondi dell’Unione Europea che, comunque, restano una grande opportunità per i territori: la sconfitta sarebbe stata quella di non riuscire a spendere i fondi messi a disposizione dall’Europa, in questo caso ben 14,5 milioni. Ben 35 gare si sono dovute svolgere per utilizzare il primo e secondo riparto dei fondi, e le procedure sono state appesantite anche dai continui cambiamenti nei riferimenti nazionali, ben tre cambi di Autorità di Gestione nazionale nel corso del programma.

Il quadro complessivo della situazione, con differenti esiti tra le varie Municipalità, mostra comunque che complessivamente sono stati messi a disposizione 380 posti negli asili nido e 120 posti nelle ludoteche. Restano aperti gli interrogativi sulla prosecuzione del programma e restano in piedi anche le proposte, che saranno presentate anche in sede Anci, per snellire le procedure e, ad esempio, quella di poter attingere alle economie prodottasi direttamente, “a sportello“. Per far fronte alle necessità, soprattutto dal punto di vista del personale educativo e insegnante, bisognerà in ogni caso trovare anche altre fonti di finanziamento, e novembre l’assessorato ha attivato un tavolo di studio sulla problematica. I fondi del Ministero dell’Istruzione assegnati alla Regione Campania ammontano a 20 milioni di euro per la fascia di età 0-6 anni, un effetto nefasto del federalismo fiscale perché di molto inferiore alle necessità e alla quantità assegnata a Regioni più ricche; a Napoli saranno assegnati 2 milioni ai quali dovrà aggiungersi un cofinanziamento regionale, ancora non stabilito.