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Napoli – Il Consiglio comunale, presieduto da Alessandro Fucito, si è riunito oggi in via Verdi alla presenza di 32 consiglieri per l’esame del documento sull’autonomia regionale differenziata. Il documento impegna il presidente dell’Assemblea Fucito ad intervenire con una serie di azioni che tutelino il Comune da eventuali danni derivanti dal provvedimento dell’autonomia rafforzata di alcune regioni del nord, e a intraprendere una serie di iniziative, a cominciare da un incontro nell’ambito dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia, che coinvolgano tutti i sindaci e i presidenti di consiglio comunali del centro-sud.
Il documento proposto è stato sottoscritto da tutti i gruppi consiliari, ad eccezione del gruppo Prima Napoli, rappresentato dal consigliere Vincenzo Moretto che ha aderito alle Lega. Dopo le dichiarazioni di voto da parte di tutti i gruppi consiliari e l’intervento del Sindaco de Magistris, il documento è stato approvato all’unanimità dei presenti in aula.

Per dichiarazione di voto sono intervenuti i consiglieri:

Vincenzo Moretto (Prima Napoli), unico a non aver firmato il documento, che ha ricordato che questo provvedimento è frutto degli esiti dei referendum regionali svoltisi sotto il governo Gentiloni e che la stessa ANCI, sul piano nazionale, non si è ancora pronunciata sul progetto dell’autonomia differenziata; ha precisato che nell’istruttoria che si è svolta ieri al Ministero dell’ Economia e delle Finanze sono stati già affrontati e risolti molti dei punti inseriti nel documento del Consiglio comunale, pertanto ha espresso la convinzione che non ci saranno le temute sperequazioni rispetto ai territori del Sud, e nessuna misura metterà a rischio la solidarietà nazionale, tant’è vero che anche la Regione Campania ha presentato la sua proposta di autonomia rafforzata. Ritenendo di non dover entrare nel merito dell’ordine del giorno, ha annunciato di non voler proseguire i lavori e ha lasciato l’Aula .

Marta Matano (Movimento 5 Stelle) ha evidenziato che è necessario prima di tutto  chiarire la definizione dei livelli essenziali di prestazione, indispensabili per il calcolo dei fabbisogni standard: entrambi questi elementi non sono stati ad oggi fissati, e sono funzionali alla realizzazione del federalismo fiscale. Pertanto, come rappresentante di una forza di governo, ha chiarito fermamente che la sola ratifica di accordi vincolanti presi dal Governo con le Regioni, senza passare per il confronto parlamentare, non è un iter accettabile. Si tratta infatti di un percorso che va contro i principi costituzionali che tutelano l’equità tra tutti i cittadini italiani. Non è infine condivisibile la fretta con la quale si vuole giungere alla ratifica di questo accordo: il concetto di autonomia è sì importante, purché sia solidale e cooperativo, ma deve essere perseguito nel rispetto del Parlamento e delle leggi.

Andrea Santoro (Misto – Fratelli d’Italia) ha ricordato che la seduta odierna del Consiglio comunale ed il documento sottoscritto dai consiglieri rappresentano una sintesi importante tra tutte le parti politiche, svolta nel solo interesse del Paese. Il provvedimento sull’autonomia differenziata rischia infatti di sancire una secessione di fatto tra Nord e Sud, ed è importante far comprendere che, accanto alla contrarietà, occorre dar vita a proposte capaci invece di essere occasioni di rilancio del Mezzogiorno, di ricevere adeguate coperture finanziarie, al di là di ogni forma di assistenzialismo. Nel quadro della coesione nazionale bisogna tener presente che il motore non può non essere il Mezzogiorno.

Elena Coccia (Sinistra Napoli in Comune a Sinistra), annunciando voto favorevole al documento, ha  tuttavia evidenziato che avrebbe voluto che nel testo ci fosse un riferimento al “paradigma neoliberista” al quale si aggancia la competizione tra le regioni che il provvedimento sull’autonomia innesca. La Corte Costituzionale, ha ricordato, si è già più volte pronunciata sulla necessità di garantire i Livelli Essenziali di Prestazione, ed è preoccupante è che con l’autonomia differenziata si introduca un discrimine insostenibile tra le regioni e che si crei un’Europa “delle piccole nazioni”.

Per de Majo (Dema), si sta scrivendo una pagina importante: le città che alzano la testa e decidono di rispondere in modo autonomo quando i governi fanno scelte autoritarie; così è avvenuto sulle politiche dell’immigrazione e sul decreto sicurezza; l’autonomia differenziata non fa altro che normalizzare il processo di fatto che vede il Paese diviso a metà su tanti aspetti, compresa l’occupazione, e quella femminile in particolare; confermando il voto positivo del gruppo Dema al documento, ha concluso valorizzando il fatto che il documento sia frutto della condivisione tra forze politiche diverse e che Napoli prenda posizione con le città e lo faccia in modo autorevole.

Per Aniello Esposito (PD) l’autonomia differenziata rappresenta un atto discriminatorio e di sopraffazione sulla pelle dei cittadini; il provvedimento del Governo è destinato, se approvato, ad aumentare il gap tra Nord e Sud, né è da sottovalutare che ben 39 consiglieri su 40 abbiano condiviso il documento, ha concluso, definendo inaccettabili gli atti di sottomissione del Sud nei confronti del ministro Salvini e richiamando la necessità di respingere decisamente l’autonomia differenziata.

Per Lebro (La Città) il Consiglio riporta la centralità della politica nel Consiglio stesso dando mandato al proprio presidente di portare la battaglia all’interno dell’Anci conro l’autonomia differenziata e per riaffermare la Costituzione solidale; sono in ballo la democrazia e la Costituzione, ed è positivo che il documento sia così ampiamente condiviso; elemento molto positivo, infine, è che in esso sia ben presente, tra gli altri, il tema dell’istruzione.

Guangi (Forza Italia) ha sottolineato la battaglia comune portata avanti da forze politiche molto diverse e ha ringraziato il presidente Anci Campania per il sostegno contenuto nella sua nota; ha quindi annunciato il proprio voto favorevole.

Frezza (Misto) si è associato al concetto espresso che richiama una mobilitazione trasversale nel rispetto dei principi costituzionali. Il gap infrastrutturale esistente è molto grave e senza un impegno importante non può che peggiorare. Le logiche politiche ci hanno portato a questa situazione e con questo documento si dice no al protrarsi del saccheggio dei territori del sud e delle sue forze migliori. Il no a questa politica significa resistere e respingere questa logica.

Coppeto (Sinistra Napoli in Comune a Sinistra) ha ringraziato la grande mobilitazione di forze sociali di queste ore, invitando a vedere cosa avverrà da domani; si deve lanciare un grido d’allarme e fare sì che il Mezzogiorno sia ascoltato, e, pertanto, cogliendo questo spirito unitario, si fa appello a tutte le rappresentanze delle forze sociali e a tutte le forze democratiche che hanno a cuore le sorti e il destino del Paese, perché si torni a ripartire dal territorio del Mezzogiorno per riequilibrare il Paese. Un appello al Sindaco che ha un ruolo straordinario anche come sindaco della Città Metropolitana a cui si chiede di convocare in seduta plenaria la Città Metropolitana con l’assemblea di tutti  92 sindaci per lanciare una sfida al Paese e un appello politico affinché questa mobilitazione cresca a livello nazionale, un lavoro enorme che si basa sul riequilibrio degli investimenti e delle opportunità. Il voto è ovviamente favorevole, anche a nome del gruppo di Agorà che ha chiesto di essere rappresentato in questo intervento.

Nonno (Misto-Fratelli d’Italia), ha detto sì al documento in quanto si tratta di una battaglia di tutti; tanti giovani del sud hanno combattuto per la nazione, ma il loro tributo di sangue non è mai stato ripagato, un tributo non solo di guerra, ma anche di lavoro per costruire lo sviluppo industriale del nord. Questa è una battaglia culturale che non ha padroni di destra o di sinistra e il compito sarà di non dividersi su queste etichette per non depotenziare la battaglia sacrosanta. Se il Sindaco riuscirà a fare questo, avrà l’appoggio convinto anche della destra.

Il Sindaco de Magistris ha concluso la serie di interventi esprimendo apprezzamento per quella che ha definito una giornata molto bella del Consiglio perché non hanno prevalso le divisioni ma il comune sentimento di fastidio per le discriminazioni e l’orgoglio di sentirsi napoletani. Questa pagina non va sporcata con le divisioni, perché il messaggio forte è che non si accetteranno più discriminazioni, si vuole rafforzare l’unità di Italia attraverso un progetto di coesione che mira a rafforzare tutte le autonomie. Si potrebbero ricordare tanti episodi della storia per raccontare il tributo dato dai giovani meridionali alla costruzione dell’Italia, ma da qui parte un messaggio forte al Paese, che senza Napoli non si va da nessuna parte. C’è una posizione importante di tutto il Consiglio comunale che lancia un messaggio al Paese, non di rancore o  di odio, ma di attuazione e fedeltà alla Costituzione repubblicana. Si dà mandato al presidente e al primo cittadino di dare un messaggio non divisivo, un messaggio di unità nel rispetto di tutte le autonomie e di Napoli.

Subito dopo l’Aula ha approvato il documento all’unanimità dei presenti.

Nell’ora precedente, presieduto da Salvatore Guangi, si è svolto il question time, durante il quale sono intervenuti i consiglieri: Arienzo (Partito Democratico) sui problemi organizzativi per il tempo pieno presso la scuola dell’infanzia di Via G. Gigante, con risposta dell’assessora all’Istruzione Annamaria Palmieri; Marco Nonno (Misto – Fratelli d’Italia) sulla criticità della bretella di raccordo Pianura – Soccavo – Vomero, con risposta dell’assessore alle Infrastrutture Mario Calabrese; Vincenzo Moretto (Prima Napoli) sulla sicurezza nelle scuole e gli interventi manutentivi, con risposta dell’assessora all’Istruzione Palmieri.