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Napoli – Con la partecipazione degli assessori Piscopo e Calabrese, del presidente della Terza municipalità Poggiani, del professor Miano della facoltà di Architettura di Napoli e di diversi esponenti del mondo delle associazioni, le commissioni Politiche urbane, presieduta da Eleonora de Majo, e Infrastrutture, presieduta da Nino Simeone, hanno oggi discusso del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) che destina 90 milioni di euro al recupero e riqualificazione del centro storico.

L’assessore alle Politiche Urbane Carmine Piscopo ha innanzitutto illustrato la genesi del Contratto, che destina, ad interventi infrastrutturali nel centro storico allargato di Napoli, 90 milioni di euro stanziati sulla base di un primo provvedimento del Consiglio dei Ministri del 2016 per il recupero e la riqualificazione dei centri storici e di contesti urbani con fondi del Piano Operativo Cultura e turismo del Fondo europeo per lo Sviluppo e la Coesione. Riferimenti governativi per questa iniziativa sono il ministro per la Cultura Bonisoli e la ministra per il Sud Lezzi, e le istituzioni coinvolte sono il Comune, la Regione Campania, la Città metropolitana, la Prefettura e, attraverso questa, il Fondo per gli Edifici di Culto.

Come avvenuto per il grande progetto Centro Storico sito Unesco, la procedura vede innanzitutto la stipula di un protocollo tra le istituzioni coinvolte, poi l’elaborazione di un programma progettuale comune, e infine la vera e propria progettazione a cura dei singoli enti coinvolti, cui seguiranno le gare e i cantieri. Siamo ora al punto, ha precisato l’assessore Piscopo, nel quale le istituzioni stanno lavorando di concerto tra di loro per individuare progetti ammissibili che possano essere finanziati. Per quanto riguarda Napoli, ha sottolineato, l’orientamento, condiviso con il ministro Bonisoli, è quello di coordinare i nuovi progetti con quelli in corso o già completati – in particolare il grande progetto Centro storico sito Unesco e il Patto per Napoli – con una progettualità che guardi al centro storico in senso più ampio, oltre il Centro Antico, e quindi all’area della Sanità, cui saranno destinati 40 dei 90 milioni previsti.

L’assessore Piscopo ha quindi elencato i possibili interventi: il completamento dell’insula Duomo già inserita nel progetto sito Unesco, la Galleria Principe di Napoli nella sua relazione con il Museo archeologico e l’Accademia, il completamento della linea filoviaria della zona Nord, la trasformazione dell’ex deposito Anm del Garittone in parcheggio per bus turistici, l’ex Ospedale Militare da destinare a incubatore di imprese, spazio per il co-working, residenze low-cost, Palazzo Penne, per il quale c’è un progetto Comune-Regione per una Casa dell’Architettura, il completamento dei complessi dei Cristallini, delle Cappuccinelle e dell’Annunziata. A queste ipotesi progettuali si aggiungono interventi di riqualificazione di strade, come per l’area di Montesanto, e di viabilità, ad esempio nella zona di San Gennaro dei Poveri e di salita Scudillo, e interventi su aree del quartiere Sanità, da piazza Cavour alla zona delle Fontanelle, dal Corso Amedeo di Savoia ai Cristallini, dal Moiariello a Capodimonte. Ultimo argomento affrontato dall’assessore Piscopo, quello del nuovo sistema di viabilità San Gennaro dei Poveri-Scudillo, che, nel CIS, potrebbe trovare spazio per il finanziamento di uno studio di fattibilità. Si tratta, infatti, di uno scenario complesso che, da un lato, deve coordinarsi con il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile e con la Tangenziale, e, dall’altro, tener conto del “masterplan” della Terza Municipalità, che dovrà essere tradotto in vere e proprie progettazioni, coordinandosi con lo studio, finanziato dal Ministero dell’Università, di quattro Università italiane, tra cui Napoli.

Come ha spiegato Pasquale Miano della “Federico II”, il lavoro svolto nell’ambito del Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN), che aveva autonomamente e già in precedenza individuato la Sanità come area prevalente di intervento, si è incrociato con le progettualità in corso dell’Amministrazione comunale e consente di mettere a sistema diverse iniziative sull’area.

Per l’assessore Mario Calabrese ogni discussione sulla viabilità deve rimandare al Piano Urbano di Mobilità Sostenibile, che il Consiglio comunale sarà chiamato presto ad approvare, nel quale verrà sintetizzata la pianificazione su Napoli per i prossimi anni.

Nel corso del lungo dibattito il consigliere Brambilla (Movimento 5 Stelle) ha evidenziato il mancato coinvolgimento del Consiglio comunale su un progetto così importante per il futuro della città ed ha chiesto chiarimenti sui fondi stanziati per la Galleria Principe di Napoli, per la quale ancora non si intravede un futuro, e sugli obiettivi di fondo che l’amministrazione intende perseguire attraverso lo studio di fattibilità. Per Vincenzo Moretto (Prima Napoli) sono i presupposti politici di questo progetto che vanno messi in discussione: non è corretto infatti ragionare solo su un pezzo di territorio quando altre aree, ad esempio nella zona est della città, richiedono da anni interventi di recupero; rispetto allo studio di fattibilità, ha ricordato che esistono già studi sull’accesso in città dall’area nord, studi che peraltro sono stati molto costosi per l’Amministrazione. Sulla mancata previsione di altre zone nel progetto, l’assessore Piscopo ha chiarito che i fondi previsti dal decreto Franceschini individuavano precisamente il territorio del centro storico, che comprende esclusivamente le Municipalità II. III e IV.

David Lebro (La Città) ha evidenziato in primo luogo l’opportunità di coinvolgere nella discussione anche le altre Municipalità interessate dal finanziamento, ricordando che il problema non è il singolo progetto, ma come questo si inserisca in un dibattito più ampio sulla visione della città. La Giunta deve spiegare cosa intende fare e quali sono le priorità in tema di mobilità e trasporti; non basta un confronto sulle idee, ha concluso, serve una discussione a partire dai progetti e dai pareri.

Quando l’assessore Piscopo è dovuto andare via per altri impegni istituzionali, la consigliera Laura Bismuto (Dema), che all’Assessore intendeva chiedere chiarimenti, ha polemicamente lasciato i lavori e contestato l’andamento della discussione.

L’incontro è proseguito con l’intervento del presidente della Municipalità III Ivo Poggiani che, rispondendo agli interventi di diversi rappresentanti di associazioni culturali e ambientaliste (tra le altre Legambiente, Rete Set Napoli, Lo sguardo che trasforma), ha ricordato il lungo processo che, prima del Contratto Istituzionale di Sviluppo, in tre anni, ha visto susseguirsi workshop, iniziative, dibattiti e protocolli di intesa nella Municipalità. E’ importante, ha proseguito il presidente, che lo studio di fattibilità tenga conto di tutti i nodi affrontati in questo lungo percorso, dagli interventi nell’area piazza Cavour/Galleria Principe di Napoli allo snodo della tangenziale di Capodimonte, dal sistema di mobilità nell’area al progetto dei parcheggi nelle cave. Se dallo studio di fattibilità emergeranno dati negativi, ha concluso, non ci saranno problemi a fare passi indietro, ma è importante ragionare a partire dalle esigenze di chi, il territorio, lo vive e lo conosce.

Particolarmente discusso è stato il tema di un progetto di mobilità compatibile con il territorio: sono intervenuti Valeria Maradei, per il direttore del Museo di Capodimonte Sylvain Bellenger, che ha evidenziato l’importanza di dotare quanto prima il Museo di un’area di parcheggio, individuando nell’ex Garittone la risposta ad una esigenza reale; l’assessore alla Cultura della Municipalità III, Egidio Giordano, ha insistito sullo sviluppo di una mobilità verticale e su progetti di decongestione del traffico. Francesco Romano della Fondazione San Gennaro ha infine illustrato, attraverso un grafico, le possibili misure per l’area: una visione, più che un progetto, ha spiegato, sulla quale lo studio di fattibilità potrà fornire gli opportuni chiarimenti.