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Napoli – Le è costato caro mangiarsi un dolce a una ragazza napoletana, che ha ricevuto una multa da 400 euro per essersi abbassata la mascherina in strada. Ma lei e il suo fidanzato, Ciro, non ci stanno e si difendono: “Non è possibile pagare una multa di 400 euro perché si sta facendo una cosa normalissima”. La vicenda è avvenuta a via Toledo ed è stata raccontata a ‘La Radiazza’ ai microfoni di Gianni Simioli dal fidanzato della giovane, Ciro. “Stavamo facendo una passeggiata a Via Toledo, a Napoli, e siamo entrati in una nota gelateria per prendere un dolcetto. Siccome la gelateria non ha i posti all’interno per consumare, siamo usciti fuori. Una volta in strada, la mia ragazza si è abbassata la mascherina per consumare il dolcetto. Nel momento in cui l’ha finito e ha gettato la carta, è passata una volante dei carabinieri. Il militare è sceso dalla macchina e ci ha chiesto i documenti per un controllo, dopodiché ha cominciato a scrivere un verbale. Quando io ho chiesto cosa stesse succedendo, il carabiniere mi ha spiegato che stava multando la mia ragazza che era senza mascherina”.

Una punizione che si potrebbe considerare giusta se non fosse, però, che la ragazza aveva semplicemente abbassato la mascherina sul mento per mangiare ed è stata sorpresa dalle forze dell’ordine. Inutili le spiegazioni del ragazzo spiega ai carabinieri che avrebbero proseguito con la multa di 400 euro. “Gli abbiamo fatto notare che la legge è uguale per tutti – ha continuato Ciroe che in quel caso stavano colpendo solo noi, ma l’agente ha iniziato ad alterarsi e a dire che potevamo contestarlo. Poi ci ha consegnato il verbale che noi non abbiamo firmato. Non è possibile pagare una multa di 400 euro perché si sta facendo una cosa normalissima, come mangiare un dolce per strada senza mascherina. Tra l’altro, la mia fidanzata è disoccupata e quel verbale non lo può pagare”. Infine conclude: “Abbiamo lo scontrino su cui è segnato come orario 18.25, mentre sul verbale c’è scritto 18.27. In più ci sono gli impiegati della gelateria disposti a confermare la nostra presenza nel locale poco prima che ci fermassero i carabinieri”.