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Napoli – Dopo il crollo di Genova, gli “ingegneri di Facebook” hanno emesso il loro verdetto: la Tangenziale di Napoli «non è sicura». Un tratto in particolare, quello che conduce allo svincolo per il Centro Direzionale, potrebbe sfaldarsi da un momento all’altro. Motivo per il quale sarebbe meglio tenersene alla larga. In appena una giornata lo scatto nel quale viene ripresa l’area sottostante il viadotto ha fatto il giro dei principali gruppi social partenopei innescando, neanche a dirlo, un vero e proprio effetto psicosi. Qualcuno aveva addirittura “ben” pensato di creare addirittura un evento, poi annullato e rimosso nella tarda mattinata di oggi.

Facebook è comunque una “piazza” frequentata anche da addetti ai lavori, i quali hanno subito provato a disinnescare l’allarmismo generato da quella foto: «Si tratta – spiega un ingegnere – di due elementi costruttivi di forme differenti uniti. Lo si evince anche dai piloni di sostegno, che sono diversi. Smettetela, questi sono messaggi pericolosi». Insomma, il punto di giunzione tra i due tratti del viadotto che conduce al Centro Direzionale non sarebbe affatto da alcuna anomalia strutturale. L’appello sembra però fino ad ora essere caduto nel vuoto, tant’è che la foto in questione continua a rimbalzare tutt’ora da un profilo all’altro. Intanto, ammesso che se ne sentisse il bisogno, ci pensa il sindaco Luigi de Magistris a rincarare la dose. Il primo cittadino invoca infatti «la revoca o la drastica revisione delle vergognose concessioni di litorali, autostrade, Tangenziale di Napoli compresa, unica a pedaggio in Italia, e di beni comuni». A chiederlo è l’ex pm, rivolgendosi al Governo in un lungo post su Facebook, nel quale indica diverse misure da adottare per «rinvenire le risorse» da destinare alla messa in sicurezza del Paese. Tra queste, «diminuire le spese militari che il Governo invece si accinge ad aumentare; lotta rigorosa all’evasione, al riciclaggio del denaro sporco ed alla corruzione; incremento della tassazione sulle rendite finanziarie e sui grandi patrimoni immobiliari; cancellazione delle opere inutili, come la Tav in Val di Susa, il terzo valico del nord ovest, la Tap ed altre ancora; ripubblicizzazione di servizi svenduti ai poteri oligarchici in ossequio al pensiero unico liberista; eliminazione dei vincoli normativi e finanziari che impediscono agli enti locali di mettere in sicurezza i territori e migliorare i servizi, consentendo di avere ed impiegare le risorse economiche ed umane necessarie; eliminazione del pareggio di bilancio in Costituzione».