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“Dopo l’esperienza di Napoli, mi hanno contattato tre o quattro società. Tra queste la Juventus, ma non ho nemmeno considerato l’offerta anche perchè mio figlio mi disse ‘ma sei matto??”. Finisce con una confidenza di quelle importanti l’intervento del dottor Alfonso De Nicola in diretta a Le Bombe di Vlad. 

Il medico sannita ha ripercorso la sua avventura con la società partenopea,  una cronostoria dalla serie C alla Champions League. Il rapporto con De Laurentiis, l’empatia con i calciatori, la postura di Higuain, il puffo in bocca di Campagnaro e lo special one Rafa Benitez. 

“Col Napoli mi hanno costretto a lasciare, è stato un sentimento forte ma è finito – ha esordito De Nicola. In questi anni, dalla serie C alla Champions League mi sono dedicato anima e corpo alla causa, dalla mattina alla sera ero a Castelvolturno, passavo più del dovuto in quella struttura. Una full immersion che ha sottratto tempo ai miei affetti e alla mia attività, ma non rimpiango nulla, ho fatto tutto con la massima passione”.

Sul rapporto con De Laurentiis, il dottor De Nicola conserva un ricordo indelebile: “Con il presidente è stato un rapporto onesto e di grande rispetto, con lui mi sento ogni tanto, è una persona intelligente e la stima è reciproca. Aurelio è attento a tutto e tutti, quando si mette in testa una cosa ci riesce. Lui è arrivato nel momento giusto a Napoli, secondo me il difetto è che appare troppo, dovrebbe vivere nell’ombra e dare ad altri certe responsabilità, a qualcuno che ci metta la faccia”.

Durante l’esperienza napoletana, De Nicola ha instaurato un rapporto meraviglioso con tutti i calciatori, dimostrando sempre la massima disponibilità. Poi qualcosa è cambiato: “E’ stato evidentemente proibito ai giocatori di mantenere rapporti anche telefonici col sottoscritto – ha proseguito il dottore –  la cosa mi amareggia perchè è evidente che c’è stato qualcuno che ha imposto la cosa. Ed il rapporto umano mi manca moltissimo”.

Quando c’era De Nicola, era raro allontanarsi da Napoli, al massimo da Cerreto Sannita, per curarsi: “Mertens in Belgio, non è una buona notizia. a prescindere da me, credo che in italia ci siano grandi professionalità. La riabilitazione vera si fa in italia. A noi è capitato che qualcuno volesse curarsi a casa propria: ricordo quando Reina andò all’estero, ma eravamo soliti mandare uno dello staff (D’Avino) per seguire tutti gli step riabilitativi”.

Fatto sta che con il dottor De Nicola, a Napoli gli infortuni erano cosa rara: “Facevamo un lavoro di prevenzione, puntavamo molto sulla postura degli atleti. Questo ci portò ad essere, secondo i calcoli, la squadra con meno infortuni muscolari d’europa (14 indisponibilità in una stagione secondo i dati Uefa). A Campagnaro curammo il nervo mandibolare con un ‘puffo mmocca’, a Higuain che arrivò a Napoli con diversi problemi posturali mettemmo a disposizione una serie di terapisti con una metodica particolare e i risultati si sono visti”.

Questione allenatori: la chiamata a Sarri o la direzione tecnica con Rafa Benitez? 
“Non credo che DeLa abbia chiamato Sarri, il presidente non crede alle minestre riscaldate. Però penso che sia legatissimo a Benitez, come lo sono io del resto. Un tecnico davvero in gamba, uno che sdramatizza, che guarda al futuro, che gestiva i cambi in una maniera perfetta. Sarri era diverso, un tecnico da scuola calcio: soprattutto con i difensori spiegava l’ABC come se fossero alle prime armi. Io credo che invece i ritorni facciano bene, anche con ruoli diversi: perchè il Milan ha Maldini e l’Inter punta su Zanetti e noi non possiamo inserire una figura storica?”

In definitiva, chi vince lo scudetto?
“Il Napoli è tra le candidate al titolo, non lo dico solo per passione – ha concluso De Nicola. Al momento giochiamo da fermo e siamo lì, se vinciamo il recupero con la Juventus siamo certamente tra le candidate al successo finale”.