- Pubblicità -
Tempo di lettura: 6 minuti

Donne, barca a vela con tre bagni e cinque stanze, casa con vista Colosseo, poltrone per gli amici. Le inchieste che travolgono la famiglia di Maio nel novembre 2018: i guai con il Fisco e le case abusive. E poi i legami con la Cina e la tentazione, nel luglio del 2020, di abbandonare il M5S, troppo schiacciato sulle posizioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e di Beppe Grillo.

Nel luglio di quest’anno Di Maio medita di dar vita a un nuovo gruppo parlamentare. Iniziano gli incontri bilaterali con Gianni Letta e Mario Draghi, due nomi considerati nemici dai puri e duri del Movimento. Il piano poi viene accantonato. Ma ne parte un altro: riprendere la guida del M5S. Di riappropriarsi della leadership mollata nel gennaio del 2020 dopo una serie di sconfitte e fallimenti politici.

Il libro “Leader per caso” di Pasquale Napolitano, giornalista de Il Giornale, pubblicato dalla casa editrice Controcorrente, è un ritratto inedito di Luigi di Maio: il leader che guida alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 il primo partito italiano.

Figura ambigua e controversa che nel giugno del 2018 con la nascita del governo Conte 1 dà inizio alla Terza Repubblica. Nelle pagine del Libro saltano fuori gli aspetti personali e inediti della figura politica. Dal rapporto con le donne alle trame per scalare il Movimento. Un racconto che inchioda Di Maio sulle proprie contraddizioni. A cominciare dalla fine del mito francescano.

“Siamo a luglio del 2019, nel cuore dell’estate. Luigi Di Maio e Virginia Saba sono a Porto Cervo. Virginia ha prima un impegno di lavoro, Si tratta della presentazione di un libro, dopodiché si abbandona in compagnia del fidanzato a un giro che prevede prima lo shopping nelle boutiques del lusso di Porto Cervo, poi una cena al Lìo Costa Smeralda a Poltu Quatu, il locale nato a Ibiza che proprio stasera inaugura la sua sede nella Sardegna dei supervip. E se il Lìo inaugura a Porto Cervo, possono forse mancare Di Maio e fidanzata?

Un anno prima, Luigi Di Maio è affacciato a un balcone di Palazzo Chigi. Sotto di sé ha una folla di militanti armati di bandiere del Movimento. Si è appena raggiunto in Consiglio dei Ministri l’accordo sul Def, il Documento di Economia e Finanza. Il vicepremier guarda la folla, tira un sospiro, poi esclama “Oggi abbiamo abolito la povertà”. La sua, se mai ne ha vissuta una, l’aveva abolita sulle spiaggette deliziose di Capri, gliel’avevano dissolta le luci della Costa Smeralda e la notte da sogno al Lìo.

E poi ancora il giro in barca a vela con il furbetto del bonus covid.

20 agosto 2018. L’Italia ha un governo, un mezzo premier e due vicepremier che gli dànno ordini. Sul finire di agosto, Luigi Di Maio è in piazzetta a Capri. Lo dicono le foto di tanti giornali, e non hanno l’aria di essere fotomontaggi. Nelle immagini, Di Maio sorride come un vacanziere benestante e felice, non ha l’aspetto di uno che lì ci stia controvoglia. E per la verità non ha l’aspetto neppure di qualcuno che appartenga alle parti sociali di Roberta Lombardi, quelle che solo cinque anni fa i 5 Stelle hanno tirato in faccia a Pierluigi Bersani.

Non sarebbe giusto dimenticarli, non adesso. Lavoratori, cassintegrati, studenti fuori sede, disoccupati. Quanti di loro sono qui, qui in piazzetta, come ci sta il signor vicepremier Luigi Di Maio? È in piazzetta per la passeggiata, per le strette di mano, per un buon gelato e per le vetrine del lusso. Qui ci è arrivato in barca, l’Aurelia, un bel 15 metri a vela, cinque cabine, tre bagni, costa all’incirca seimila euro per il noleggio di una settimana, spese escluse. Stasera una bella cena con vista sulla Marina Grande, e domani ancora coi suoi amici, ancora a bordo dell’Aurelia, ripartirà. Altro mare, altre isole.

Erano pauperisti. Erano. Quando i privilegi non appartenevano a loro, quando li vedevano da lontano, ora non lo sono più, ora i privilegi ce li hanno a portata di mano, ora sono i loro. Un giorno volevano smantellarli, adesso non più, non è il momento. Non ora che abbiamo ministri, sottosegretari eccetera.

Alcuni sono in barca con lui, gli amici, il sottosegretario Simone Valente, il tesoriere del gruppo alla Camera Sergio Battelli, detto Elvis, titolare di licenza media e di una rivendita di canarini prima di arrivare a Roma e poi a Capri su barca a vela, il deputato Marco Rizzone. Proprio Rizzone, nell’agosto di quest’anno sarà coinvolto nello scandalo dei parlamentari furbetti che avevano chiesto in piena emergenza Covid, il bonus Iva da 600 euro, destinato a professionisti, lavoratori autonomi e partite Iva. L’amico di barca del ministro Di Maio sarà espulso dal Movimento”.

Ai giornali che si intrufolano tra i loro larghi sorrisi a caccia di notizie e dettagli, rispondono come se quel tour non fosse che un’umile scampagnata tra nullatenenti. “Siamo stati via solo due giorni. Abbiamo affittato una barchetta e fatto un breve giro”. Gli avessero chiesto del nuovo appartamento del vicepremier, avrebbero risposto che in fondo guarda solo verso il Colosseo, un rudere vecchio e insignificante.

La vicenda politica di Luigi Di Maio è racchiusa in uno spazio ancora breve, nel quale la velocità di crociera di fatti e personaggi è stata elevatissima. Abbiamo visto rapidissime ascese e rapidissimi declini, abbiamo visto princìpi che dovevano essere inviolabili e che sono defunti nel giro di un attimo, abbiamo visto grandi successi lanciati verso il futuro e grandi sconfitte che hanno interrotto quel futuro.

Luigi Di Maio è il volto più emblematico di questa parentesi frenetica della politica italiana. È il più giovane della storia ogni volta che mette piede in una stanza delle istituzioni, da vicepresidente della Camera, da vicepremier, da Ministro degli Esteri. Il più veloce anche a sostenere un principio e poi cambiarlo. Le grandi campagne che hanno portato i Cinque Stelle in Parlamento e poi al governo sono tutte rimangiate e tutte ribaltate, come in un gioco di prestigio nel quale la carta che ti hanno mostrato dopo un attimo è sparita. Le alleanze, il numero dei mandati, e poi la Tav, l’Ilva. Ma Di Maio è un rivoluzionario moderato, un agitatore con l’animo andreottiano. Ed ora che ha assaporato il potere, lavora per conservarlo. A qualsiasi costo.

PASQUALE NAPOLITANO giornalista, dal 2016 lavora a Il Giornale, dove si occupa di politica. Ha seguito le elezioni per il rinnovo del Parlamento del 2018 che hanno portato alla vittoria del Movimento 5 Stelle e alla nascita del governo Conte 1. È stato autore di numerose inchieste sul M5S e su Luigi di Maio. Portano la sua firma gli articoli che hanno svelato il sistema di potere e lottizzazioni nel Movimento.