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Il rettore si impegna a far votare la proposta di moratoria degli accordi tra la Federico II e gli atenei israeliani. “Ma sarà il senato accademico a decidere” premette Matteo Lorito. Quando lo dice è disfatto dal caldo, dopo 4 ore di assemblea. Un incontro iniziato in giacca e cravatta, ma concluso in camicia. L’aula Conforti di via porta di Massa è gremita da 700 persone. Ci sono gli attivisti della della Rete studentesca per la Palestina. Poi diversi docenti. Gli studenti chiedevano un confronto con Lorito da lunedì scorso, quando avevano occupato il rettorato. Una protesta cessata oggi. E lui, dopo qualche giorno, ha accettato.

L’assemblea non tradisce le attese, rivelandosi infuocata. “Rettore, le chiediamo di dimettersi dalla Fondazione Medor” gli gridano. Lorito è nel comitato scientifico dell’ente promosso da Leonardo, colosso statale del settore difesa. Ma vi siede a titolo personale, come esperto in agricoltura sostenibile: l’ateneo non è coinvolto. Lorito dapprima tiene il punto (“parleranno i fatti”). Poi fa capire di essere pronto ad uscire dalla fondazione. Gli studenti incassano la decisione con soddisfazione. Loro, infatti, accusano Leonardo di fare affari con Israele, la Turchia di Erdogan e il Qatar. “Ci sembra un passo importante – afferma Davide Dioguardi, uno dei coordinatori del movimento – verso una presa di posizione sul genocidio che Israele sta ponendo in essere nella striscia di Gaza”.

Ad aprire il confronto è Giulia, studentessa palestinese di seconda generazione. “La nostra voce unita – evidenzia la giovane – sta reagendo contro un muro di silenzio assordante che le parti istituzionali stanno costruendo”. Ma per Lorito non è una mattinata facile. In apertura comunica lo stato dei rapporti con le università israeliane. Assicura: solo “scambi culturali di studenti e professori, niente soldi”. E precisa pure: la Federico II non partecipa al bando Maeci. È l’ intesa per la cooperazione tra atenei, firmata dai ministeri degli Esteri di Italia e Israele. Un altro pomo della discordia, al centro di proteste nelle università italiane. Ma sono tiepidi gli applausi per il rettore, nell’agone filo palestinese. Al punto da invocarne lui stesso “un po’ di più, visto lo sforzo”. Compatta invece la sala, nel coro “Fuori Israele dall’università”. Pressante, inoltre, la richiesta di stoppare le relazioni con Israele. “C’è al termine di questo incontro – spiega il ‘magnifico’ – una piena apertura mia su tutti i temi legati alla Palestina, perché venga portata al Senato della Federico II una proposta che, valutando gli accordi che ci sono con atenei di Israele, decida se interromperli o no”. Lorito però avverte: “La Federico II è una grande comunità fatta di quasi 100 mila persone tra studenti, chi ci lavora e chi collabora, da qui parte il mio invito agli studenti di creare una richiesta che possa essere valutata nella sua totale autonomia democratica dal Senato Accademico”. Tuttavia il rettore usa toni distensivi. “La Federico II non è la vostra controparte” ripete ai ragazzi. E garantisce: “Stiamo lavorando con voi in un percorso costruttivo”. Gli studenti sperano di vederne presto i frutti.