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NAPOLI – “Una norma specifica per combattere il catcalling? Qui in Italia sarebbe inutile. Gli strumenti giuridici per difenderci già li abbiamo”.
 
Parola di Alessandra Caldoro.
 
“Parola di una socialista riformista”.
 
Bella battagliera su Facebook.
 
“Non ho incarichi politici, ma ho le mie idee. Che esprimo nello storico Circolo Turati, ora al Vomero dopo una vita a via Toledo, che ho “ereditato” da mio padre Tonino. E su Facebook, sì. Anche contro qualche odiatore di professione. Qualche Napalm 51, come direbbe Crozza”.
 
Le sue idee e i suoi post non prevedono di ritoccare il codice per proibire i fischi alle donne.
 
“Questa è la prassi di una certa sinistra”.
 
Quale?
 
“Quella di mettere al centro del dibattito temi che, in realtà, non incidono affatto nelle vite delle donne. Temi di distrazione di massa”.
 
A lei non è mai capitato di essere fischiata?
 
“Certo, come a tutte”.
 
E allora? Non servirebbe?
 
“Se quei fischi avessero superato una certa decenza, io, da cittadina italiana, avrei già avuto tutti gli strumenti per denunciare: le molestie sono già un reato. Per combattere i fischi servirebbero le scuole aperte: l’educazione. Anche sessuale”.
 
Chi propone che si faccia una legge ad hoc anche in Italia, come la dirigente di Azione Francesca Scarpato, prende a modello Macron: in Francia, se si fischia in maniera sgarbata, si rischia fino a 1500 euro.
 
“In Italia credono che se riprendono questo tema fanno “una cosa di sinistra”. Invece…”
 
Invece cosa sarebbe di sinistra?
 
“Le posso dire cosa sarebbe davvero per le donne: la parità salariale e la riapertura delle scuole, come ho detto”.
 
C’è Aurora Ramazzotti che, parlando di catcalling, è stata insultata.
 
“Mi dispiace per lei è le esprimo solidarietà, ma anche gli uomini oggi possono ricevere molestie”.
 
Sui social se li doveva aspettare gli insulti?
 
“Io su Facebook ricevo insulti tutti i giorni. Se superano un certo limite, blocco l’utente e amen. Ma non per questo rinuncio ad espormi con le mie idee. Certo: avendo la consapevolezza di ciò a cui vado incontro. Ma ho le spalle larghe per affrontare anche le minacce di morte a me e a mio figlio. Altro che fischi…”
 
Ora nel mirino è finita anche la “bambola” di Fred Buscaglione.
 
“Ma non solo le sue canzoni! In quanti film abbiamo visto scene di uomini che apprezzavano donne in un certo modo?”
 
Alcune donne sostengono che fa parte della nostra cultura. E alzano le spalle.
 
“Ma no! Certe cose, per fortuna, sono state superate. Un pò di strada l’abbiamo fatta, su. Io mi sento libera di vestirmi come voglio per strada. Ripeto: se davvero si vuole fare qualcosa per le donne, si pensi alla parità salariale che, nel settore privato, in media, per noi donne cala del 17%. E si pensi a riaprire le scuole: qui in Campania è un anno che sono chiuse”.
 
Una cosa da applausi, non da fischi.
 
“Una cosa socialista. Se l’Italia, in questo periodo pandemico, fosse stata governata dai socialisti anzichè dai comunisti, parecchi diritti costituzionali non si sarebbero calpestati e le famiglie sarebbero state tutelate”.