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NAPOLI – Oggi era segnato sul calendario come il giorno della presentazione del documento politico attorno al quale si riconosce il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle in vista delle prossime elezioni comunali di Napoli. Ma questo 5 maggio sarà ricordato, con tutta probabilità, anche per le prime dichiarazioni da candidato sindaco proprio di quella parte politica di Gaetano Manfredi.

L’ex rettore della Federico II nonchè ex ministro del Conte 2, oggi, per la prima volta, ha parlato di Napoli. Con i toni di chi si appresta ad accendere i motori e partire alla conquista di Palazzo San Giacomo.

“Io candidato? – ha detto a margine di un incontro con Autostrade per la nuova academy di formazione – Il tema è la città, non chi la guida. Quindi bisogna mettere Napoli nelle condizioni di poter dare risposte ai suoi cittadini perché il tema non è della politica, ma dei cittadini. Dobbiamo mettere al centro il bene e l’interesse dei cittadini oltre che il valore che questa città può avere per l’Italia per l’Europa. Se si mette questo al centro, poi, il tema di chi la guida diventa secondario. Si parla troppo delle persone e poco di quello che serve alla città”.

“Oggi le città rappresentano veramente la sfida del Paese – ha argomentato Manfredi – Sono le strutture di prossimità, erogano i servizi ai cittadini, guardano al bene comune, all’interesse collettivo e, quindi, non possono essere dimenticate come ha fatto negli ultimi anni la politica nazionale nei trasferimenti e nelle scelte politiche”. 

La mente, quindi, subito corre al debito mostre del Comune di Napoli che, assieme a quello delle partecipate, toccherebbe i 5 miliardi di euro.

“Napoli purtroppo rappresenta la punta più avanzata del disagio dovuto alla pandemia perché la situazione finanziaria del Comune è estremamente difficile e la qualità dei servizi, si vede tutti i giorni, è estremamente bassa. Credo che una città così importante che rappresenta tanto per l’Italia e per il Sud non può essere lasciata sola. Sarebbe un delitto e un grande danno per tutti”.

In soldoni: Manfredi invoca la legge salva-Napoli: il crac finanziario del Comune, ad oggi, se non conclamato, è nei fatti.

“Dobbiamo inquadrare Napoli in una dimensione europea. E’ stata una grande capitale e deve essere una grande capitale. Quindi, deve guardare a una prospettiva che sia di competizione europea dal lato del suo ruolo produttivo, perché può essere il laboratorio per una nuova dimensione di una città basata anche su tecnologie e capacità di integrare tradizione e innovazione, su una visione di una maggiore sostenibilità, con riferimento anche al turismo”.

“Napoli – ha aggiunto Manfredi parlando della sua idea del futuro della città – rappresenta una realtà molto importante. Deve essere una città che deve mettere al centro anche il tema del risanamento sociale. Oggi il grande tema dell’Italia sono i divari generazionali, i divari territoriali. E Napoli ne è un esempio. Bisogna partire dalle periferie come grande laboratorio per una città più integrata, con più qualità della vita, benessere, più opportunità per i giovani”.

“Credo che questa sia la sfida – ha concluso Manfredi – Ma Napoli da sola non ce la può fare. Ce la deve mettere tutta, ma deve diventare un simbolo per il Paese ed essere il laboratorio per un nuovo Mezzogiorno”.

Oggi era segnato sul calendario come il giorno della presentazione del documento politico attorno al quale si riconosce il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle. Ma il “laboratorio” evocato da Manfredi è il primo, evidentemente, a sperimentare già con esiti positivi l’alleanza Pd-centrosinistra-Movimento 5 Stelle con un candidato sindaco unitario. Già pronto alla campagna elettorale.