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Lo scorso venerdì aveva confidato ai suoi di essere in campo. Di voler giocare la partita come candidato sindaco di Napoli per il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle. Di voler essere l’uomo simbolo di questo laboratorio politico che, unico in Italia nelle grandi città, ha prodotto un’alleanza vera tra  il partito di Letta e il movimento di Grillo. Per domenica aveva preannunciato una sua mossa per il sì definitivo. Ma, oggi, all’indomani del patto di Posillipo tra Pd e Movimento 5 Stelle, anziché fare il decisivo passo in avanti pronunciando il definitivo sì alla candidatura, l’ex rettore della Federico II Gaetano Manfredi ha preso carta e penna e scritto una lettera nella quale declina l’invito: “No, grazie. Non mi candido”.

Nella nota, Manfredi torna a sottolineare i problemi gravissimi con cui Napoli deve fare i conti. Il post-Covid caratterizzato da incertezze e soprattutto la spada di Damocle dei conti scassati che lascia in eredità Luigi De Magistris a Palazzo San Giacomo.

Bene. Tutte cose vere. Ma non certo da oggi. Il che, paradossalmente, un pò tranquillizza chi, nel Pd e non solo, ha dato per certo la sua candidatura.

La mossa della lettera e del no alla corsa per Palazzo San Giacomo, in realtà, è solo un tatticismo – secondo i manfrediani della prima ora – per alzare il prezzo della sua candidatura. Per avere più potere contrattuale con i partiti e con le liste che dovrebbero sostenerlo. 

Evidentemente, il pressing della segreteria di Letta delle ultime ore, ma soprattutto il mezzo endorsement di Luigi Di Maio a nome del Movimento 5 Stelle non sono bastati in tal senso.

Allora, Manfredi la mette così: Napoli ha davanti a sè tante e tali problematiche che occorre avere un candidato sindaco forte, che possa agire con la massima libertà. Dalla formulazione delle liste, fino all’eventuale squadra di governo, passando per una corsia preferenziale con Roma. 

Più che un no da passo e chiudo, quindi, la lettera di Manfredi viene vissuta come il rilancio di una sfida. Fino a che punto centrosinistra e pentastellati sono disposti a dargli le chiavi in mano?

Marco Sarracino, segretario del Pd Napoli, quando si è sparsa la notizia del gran rifiuto di Manfredi, si è trovato in una riunione a Castellammare. Ma le diplomazie del capoluogo sono già al lavoro.