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Napoli – A partire da oggi sono tornati a scuola anche i giovani studenti delle medie. Il prossimo 1 febbraio dovrebbe toccare invece ai ragazzi più grandi delle superiori. In tutto questo però veleggia un alone di incertezza con i genitori “Si Dad” che si stanno organizzando in proteste.

I genitori degli studenti, soprattutto quelli più giovani, trovano pericolosa la presenza a scuola e vogliono proseguire con la Dad. Di certo il sistema pensato a partire dall’inizio della pandemia è un’ottima risorsa ma non può sostituire in toto la lezione in aula.

Il contatto con l’insegnante, con gli alunni, lo scambio di opinioni. Inoltre c’è anche il fatto che i bambini si stanno abituando troppo ad avere gli occhi puntati sullo schermo e ciò potrebbe danneggiarli.

Ecco perché molti genitori preferiscono continuare in Dadi o quantomeno usare i finanziamenti del Recovery Fund per una nuova messa in sicurezza in termini di eventuali contagi da coronavirus.

Oggi il comitato Priorità Alla Scuola, insieme ai Cobas Scuola, ha organizzato manifestazioni e assemblee pubbliche in 24 città. Davanti agli Uffici scolastici regionali e provinciali: tra queste naturalmente anche Napoli.

Queste le richiesta del comitato pubblicate tramite un post sulla loro pagina facebook:
– Potenziamento del trasporto locale dedicato agli studenti;
– Screening costanti in tutte le scuole superiori sul modello della Regione Toscana;
– Accesso rapido ai tamponi per tutta la popolazione scolastica e un tracciamento efficace all’interno delle scuole;

– Inserimento del personale scolastico ad alto rischio come prioritario nella fase 1 dell’agenda vaccinale.
– L’investimento finanziario di fondi del Recovery Fund e della legge di Bilancio per una riduzione significativa del numero di alunni per classe e per il conseguente ampliamento dell’organico docenti e ATA, con una tempestiva stabilizzazione dei precari;
– Investimento finanziario di fondi del Recovery Fund e della legge di Bilancio per l’edilizia scolastica;
– Ripristino delle infermerie in tutte le scuole.

Di Stefano Colasurdo