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Napoli – Non solo i vicoli del centro storico, nel mirino di Gennaro De Tommaso, alias “’a carogna”, finiscono anche le attività illecite messe in piedi nel quartiere Soccavo. E quello che i nuovi verbali relativi agli interrogatori resi dall’ex capoultrà dei Mastiffis rivelano è un patto di ferro tra il “sistema” di Forcella e quello del rione Traiano per invadere le basi di spaccio di Napoli con fiumi di marijuana “Amnesia”.

L’ex narcos De Tommaso continua dunque a fornire rivelazioni inedite e stavolta decide di descrivere per filo e per segno l’attività di importazione di droga dall’Olanda: cifre e protagonisti del “core business” della sua carriera criminale prima di maturare la decisione di passare dalla parte dello Stato e, soprattutto, di finire in manette. L’interrogatorio nel quale De Tommaso rivela gli accordi con i malavitosi del rione Traiano risale all’inizio del marzo scorso, vale a dire pochissimi giorno dopo il suo pentimento. Un verbale scottante che ieri mattina è stato depositato dal pubblico ministero nel corso della prima udienza del processo d’appello che vede al banco degli imputati, tra gli altri, proprio l’ex ras di Forcella, reduce tra l’altro dalla pesantissima condanna a 18 anni di reclusione incassata in primo grado. De Tommaso, come riporta il quotidiano “Roma” di oggi, punta in particolare il dito contro il ras del rione Traiano Alessandro Caldiero, finito con lui in manette nel 2017: «Lo riconosco – afferma mette subito in chiaro “’a carogna” – Gestiva la piazza di “erba” del suocero Vincenzo Gravina. Sono stato qualche volta con Orabona (Giovanni, anch’egli imputato, ndr) in questa “piazza” che si trova al rione Traiano. Lì trovavo lui e il suocero quali gestori, mentre i ragazzi erano addetti allo spaccio. La “piazza” di Gravina e di Caldiero vende circa venti-trenta chili di marijuana al mese e 500 grammi-1 chilo al giorno. Si tratta di una “piazza” che rimane aperta fino alle due di notte”».

A questo punto il collaboratore di giustizia De Tommaso entra nel merito della vicenda parlando del metodo impiegato quando si trattava di procedere all’acquisto di grossi carichi di sostanza stupefacente: «Vicenzo Gravina faceva le puntate con noi per acquistare l’“erba” in Olanda. Lui comprava tra i sette e i dieci chili di droga per volta, su cui noi guadagnavamo poi circa 2mila euro a chilo. Questo avveniva una volta al mese. Gravina acquistava da noi perché gli davamo una buona qualità, l’Amnesia». Parole pesanti come macigni, che descrivono un contesto criminale nel quale i narcotrafficanti del rione Traiano, ferma restando la presunzione di innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, non soltanto facevano affari d’oro con il traffico e lo spaccio di droga, ma li facevano rimanendo comunque in una posizione di “sottoposti” rispetto all’ex capoultrà di piazza San Gaetano. Sarebbe stato dunque “’a carogna” a dettare tempi e percentuali per chi voleva entrare nel business. Un castello che adesso, verbale su verbale, si appresta a franare una volta per tutte.