- Pubblicità -
Tempo di lettura: 6 minuti

La ‘resa dei conti’ è vicina ed è palpabile sul viso e nelle parole degli attori la forte emozione per un lungo e soddisfacente percorso che volge al termine. Il capitolo finale di Gomorra, la quinta stagione della serie cult di Sky Original, arriva dal 19 novembre su Sky Atlantic in prima serata e in streaming su Now. Una serie dal respiro mondiale che, pur raccontando una storia ‘locale’, ha superato i confini conquistando il mercato televisivo internazionale di oltre 190 Paesi. 

I dieci nuovi episodi di Gomorra – Stagione finale, girati fra Napoli, Riga e Roma, sono scritti dagli head writer Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, che firmano anche il soggetto di serie con Roberto Saviano. I primi 5 episodi e il nono sono diretti da Marco D’Amore, già regista di due episodi di Gomorra 4 e de L’Immortale, grande successo targato Cattleya e Vision Distribution che fa da ponte narrativo fra la quarta e la quinta stagione, mentre gli episodi 6, 7, 8 e 10 sono diretti da Claudio Cupellini, al timone fin dagli esordi della serie. Entrambi sono anche supervisori artistici. 

Il primo ad esporsi, nell’incontro dedicato alla stampa, è Salvatore Esposito che da 8 anni presta volto voce e la sua possente stazza a Genny Savastano: “Non è semplicemente un attore, una attrice o un regista a fare la differenza, secondo me Gomorra ha fatto la differenza perché ognuno di noi ha sempre dato qualcosa in più rispetto al massimo che poteva dare ed è proprio questo che ha reso Gomorra quello che rappresenta oggi”. E poi ha aggiunto: “In tutti questi anni Genny e Ciro hanno subito una fascinazione reciproca, che lo stesso pubblico ha avvertito, tra rivalità, amicizia, senso di rivalsa c’era in verità un sentimento altro, più potente. Se ne sono fatte di tutti i colori, cose brutte, toccando affetti, familiari, ma alla fine tra di loro c’era una sorta di amore”. 

Marco D’Amore ricorda, come sia lui che Esposito sono cambiati: “Genny doveva morire e il suo personaggio doveva concludersi al termine della prima stagione, invece proprio l’alchimia che si è creata tra me e Salvatore ha funzionato, il comprenderci al volo, il parlarci faccia a faccia, ed è stata la forza anche della serie. 

In questi otto anni – prosegue – ci siamo stretti tutti e questa è stata la nostra forza. In ogni frame di questo lavoro c’è ogni singolo membro della troupe, il loro talento, ci sono tutti i vuoti colmati con le loro capacità e io mi auguro che loro siano fieri di noi per come glielo abbiamo restituito”. 

Con loro tornano anche anche Ivana Lotito, che è Azzurra, e Arturo Muselli nel ruolo di Enzo Sangue Blu, l’ex re di Forcella. “Sono molto contento di tutto il percorso fatto” ha detto Muselli. “Ci tengo a precisare che noi siamo qui grazie al lavoro della troupe e di tutte le persone che hanno collaborato a questo progetto. Solo noi possiamo sapere cosa abbiamo vissuto insieme, i sacrifici, i sentimenti, le notti, il freddo. Mi mancherà arrivare sul set e non vedere i volti che mi hanno accompagnato in questi anni, però il lavoro fatto con tutti voi lo porterò con me sempre”. 

Sulla stessa linea – ma con un pizzico di malinconia in più – Ivana Lotito: “Quello che ha rappresentato Gomorra per me sarà sicuramente irripetibile. Ci potranno essere altri lavori, altri incontri, altri colleghi, ma l’esperienza totalizzante di questa serie è sicuramente unica, irriproducibile” spiega con la voce rotta dall’emozione. “Ringrazio davvero la produzione, i registi e tutti coloro che hanno avuto il coraggio di osare e di credere anche in artisti meno conosciuti e quindi di intravedere in loro un talento e una luce diversa. Io nella grande macchina meritocratica di Gomorra sento di essermi meritata questo posto e adesso con orgoglio e con fierezza dichiaro la mia appartenenza a questo prodotto eccellente. Sono cresciuta tantissimo come attrice e ho avuto degli incontri fondamentali che sono poi diventati per me punti di riferimento artistici e affettivi. Qualunque sarà il mio futuro, io so da dove provengo. Questa sarà sempre la mia famiglia sostitutiva e la grande casa in cui vorrei ritornare. Il nostro lavoro, questo lavoro meraviglioso è apprezzato in tutto il mondo soprattutto per la collaborazione e la grande condivisione che c’è stata. Ho imparato ad osservare il lavoro degli altri, che quando ho iniziato mi sembrava un lavoro ovvio, c’era, era lì. E invece negli anni di Gomorra ho imparato a capire ogni singola professione, hanno dialogato tutti con un estremo rispetto per noi, una cura, una dedizione, una attenzione, una sacralità. C’era una gioia di stare insieme e di lavorare per un obiettivo comune”. 

“Penso – conclude l’attrice dedicando un pensiero alla troupe e ai colleghi attori – che un clima di questo genere, un rispetto, un amore che abbiamo provato noi sul set, non lo incontreremo mai più. E lo dico felicemente, mi mancherà tutta la famiglia di Gomorra, i miei amici, ma spero di rincontrarvi presto, tutti!”. 

Ci sono anche diversi nuovi ingressi nel cast: Domenico “Mimmo” Borrelli è Don Angelo detto ‘O Maestrale, il feroce boss di Ponticelli che si rivelerà fondamentale per la guerra di Genny contro i Levante e per permettergli di riprendersi Secondigliano. 

Una stagione che ruota attorno al conflitto da tragedia dei due nemici-amici. Indica “la pericolosità del filo di un funambolo, affinché nessuno si arrischi a camminarvi sopra”, dice D’Amore. Per esempio, alla fine della terza stagione, in un regolamento di conti fra clan rivali su uno yacht, Ciro si fa uccidere al posto di Genny, che tiene famiglia, e proprio per mano sua, suscitando lo sgomento e i singhiozzi dello stesso. Ma da L’immortale, spin off cinematografico della serie, diretto da D’Amore, che fa da ponte narrativo tra la quarta e la quinta, si sa che non è morto, la pallottola si è fermata a un centimetro dal cuore. Così gli ha detto don Aniello, dopo averlo salvato: è segretamente riparato in Lettonia per curare i traffici con i russi di un altro boss napoletano. È da questa rivelazione “Ciro di Marzio è vivo” che parte la quinta serie. 

L’attore e regista ha infine voluto ricordare Gianni Di Prisco, l’ispettore di produzione scomparso lo scorso novembre a causa del Coronavirus: “Con noi c’è anche una persona che apparentemente non c’è più, si chiama Gianni e io personalmente dedico tutto il lavoro fatto a lui e ai suoi meravigliosi figli”.