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“Il Green pass è una misura che ci penalizza. Come è già accaduto in passato si danneggiano la ristorazione, il wedding e il mondo dello spettacolo mentre poi si può salire tranquillamente su un aereo. Davvero non lo capiamo”. Sono le parole di Gino Sorbillo, titolare della nota pizzeria nel cuore del centro storico di Napoli. Il locale non ha tavoli all’esterno e dunque per poter gustare la pizza è necessario esibire il Green pass. All’esterno c’è un po’ di fila perché davanti alla porta una dipendente chiede ai clienti di esibire la certificazione verde anti covid o l’attestazione di aver effettuato un tampone nelle ultime 48 ore. E già dopo circa un’ora dall’apertura – come riferito dal responsabile di sala – non è stato possibile accettare alcune persone. Tra queste anche una donna incinta che vista la sua condizione non ha potuto effettuare il vaccino e alla quale è stato suggerito di recarsi in farmacia per effettuare un tampone rapido.

“Tutto questo rallenta molto la nostra attività – prosegue Sorbillo – ma non possiamo fare altro che attenerci alle regole. Se la legge è questa non possiamo fare diversamente”. Nonostante l’introduzione della misura, nata con l’obiettivo di contenere la diffusione del virus e per incentivare le persone a vaccinarsi, Sorbillo si dice “preoccupato”. “A Tokyo è già in corso la quarta ondata – spiega – e i locali la sera devono chiudere. Temo che la quarta ondata possa arrivare anche qui da noi nelle prossime settimane. Purtroppo c’è la sensazione che le persone abbiano allentato l’attenzione: lo abbiamo visto con i festeggiamenti per la vittoria degli Europei e lo vediamo sulle spiagge”, conclude.