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Luciano Crolla è uno dei punti di riferimento a Napoli e in Campania del nuovo partito di Matteo Renzi, Italia Viva.

Allora, Crolla, come va? Soddisfatti della prima iniziativa a Napoli?
Un botto! Un entusiasmo pazzesco, dubito che oggi a Napoli ci siano molti altri partiti capaci di mobilitazioni così forti ed autentiche. E la cosa divertente è che noi non abbiamo ancora una vera organizzazione. Verrebbe voglia di restare così”.

Tutto merito suo? Che fa, si loda? Finisce che si imbroda…
Ma nemmeno per sogno. Tutto merito di Antonio (Solano ndr), Rita (Chiliberti ndr) e di tutti gli altri Comitati di Azione Civile. Quindi un grandissimo lavoro di Ettore Rosato, che sta dando frutti in tutta Italia. Siamo sold-out ovunque; anche se le TV ci oscurano, lo sanno tutti. Senza simbolo, senza organizzazione territoriale e senza Leopolda. E direi anche che Gennaro Migliore, evidentemente, risulta molto riconoscibile ed apprezzato. Un punto di riferimento forte per tutti. Io ho solo dato una mano, continuerò a farlo”.

A proposito di Migliore, ha detto che lancerete una “Leopolda del sud” e che contribuirete al tavolo del centrosinistra in Campania con PD e M5s per battere il centrodestra, forse anche con vostre liste. E’ De Luca il candidato Presidente?
“Che posso aggiungere io a quanto già detto da Gennaro Migliore, che peraltro è il responsabile della stesura del programma di Italia Viva? Certo, si parte da De Luca, è il governatore uscente. E nonostante la giusta prudenza iniziale, i fortissimi segnali di crescita che giungono su Italia Viva ci impongono una accelerazione. Potremmo dover ragionare di liste nostre già a partire dalle prossime regionali. Dopodiché, se esiste un modello nazionale di alleanza di governo e per le imminenti competizioni regionali, la Campania non può sottrarsi allo schema, mi pare evidente. E se lo schema è quello, in qualche modo ci saremo. Mi pare che le resistenze maggiori in Campania arrivino proprio dai 5 stelle e da pezzi di Pd, noi siamo aperti a tutte le soluzioni utili per battere Salvini”.

Quindi De Luca ha più problemi in casa e con il M5s che con Renzi?
“Italia Viva non ha problemi con nessuno. Noi siamo pragmatici, ci interessano le idee, le proposte per rilanciare la Campania. Cosa faremo per l’occupazione, per la salute, per i trasporti, per il ciclo dei rifiuti e per il rilancio industriale della Regione nei prossimi 5 anni? Questo ci interessa. Dico solo che mi spiacerebbe molto se qualcuno pensasse di strumentalizzare Italia Viva per nascondere problemi che risiedessero altrove”.

E la Leopolda del Sud? Renzi non è troppo lontano dal mezzogiorno?
“Questa è un’altra fake news da smontare completamente, usata spesso come argomento di pressione sul suo governo, nella speranza di ottenere posti al sole per usurate nomenklature meridionali, piuttosto che benefici per i cittadini meridionali. Mai fatti più investimenti al sud, negli ultimi anni, che con il suo governo. Si ricorda i “patti”? Miliardi su progetti spesso rimasti chiusi nei cassetti per colpa degli amministratori locali. Il suo primo atto da segretario del Pd appena eletto fu di fare visita, in incognito, nella disastrata area a Nord di Napoli; ero quello che scarrozzava Renzi in una Fiat, per sfuggire alle telecamere, tra la nostra provincia e il casertano. Sono un testimone oculare ed “auricolare” del suo amore per questa terra. Il Campus Apple, simbolicamente, rappresenta bene la sua idea di futuro per il sud e l’enorme considerazione che ha del suo potenziale. Lo dimostreremo alla Leopolda del sud, che non si chiamerà così, evidentemente. Ci stiamo ancora pensando, ma vi stupirà”.

Nessun errore?
“Si, secondo me due. Entrambi figli di un fatto che tutti dimenticano: Renzi fu catapultato a Palazzo Chigi dopo una crisi economica e nel pieno di una stagnazione terribili, senza il tempo di riuscire a fare altro; lo sforzo di rimettere in moto il paese ha assorbito tutto, comprese, qualche volta, le buone maniere. Non c’era tempo di condividere tutte le scelte, facendole maturare dal basso. L’emergenza incombeva sempre. Ciò ha aumentato la percezione che le riforme dei mille giorni fossero calate dall’alto e ci ha resi invisi a molte categorie e corpi intermedi”.

Il secondo errore?
“Il lanciafiamme. Non averlo usato. Come le dicevo prima, le resistenze di pezzi di ceto politico e di amministratori inefficienti, pigri, abituati alle odiose logiche clientelari più che alla programmazione e al lavoro, qualche volta perfino in conflitto con le altre istituzioni per ragioni non proprio nobili, hanno reso vani gli sforzi enormi del governo Renzi per il sud. Ho l’impressione, ascoltando molto e girando le iniziative di questi giorni, che le persone ci stiano dando una seconda chance. In molti mi dicono: adesso non avete più scuse, nessun fuoco amico, certe cose, certi modi, certe facce, qui non le vogliamo vedere. Il lanciafiamme adesso lo dovete usare . Ecco, penso che questa seconda possibilità, senza evocare lanciafiamme, ma scegliendo con cura le persone e le pratiche migliori, vada sfruttata al meglio. Non so se ce ne sarà una terza.

Il prossimo passo?
“Il prossimo passo, tutti alla Leopolda. Hanno voglia ad oscurarci, non hanno idea di quello che sta accadendo in queste settimane, della quantità vera e della qualità di adesioni ad Italia Viva. O forse il problema è proprio che lo hanno capito benissimo. Sarà un terremoto per i vecchi partiti. E quando si sveglieranno tutto intorno sarà cambiato”.

di Carlo Tarallo