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Il carcere di Poggioreale come una “pentola a pressione” pronta a scoppiare. A lanciare l’allarme e chiedere provvedimenti urgenti alla ministra della Giustizia Marta Cartabia è il Sappe, sindacato della polizia penitenziaria, che con una delegazione sta visitando il carcere napoletano e che torna comunque a sollevare il problema della sicurezza nei penitenziari a livello nazionale. I detenuti presenti oggi a Poggioreale “sono 2.220-riferisce il segretario generale Donato Capece-un numero sproporzionato che mette a serio rischio la sicurezza stessa del penitenziario ed ogni ipotesi di attività trattamentale finalizzata al recupero dei detenuti stessi. Parliamo di ingressi pari a 100 detenuti a settimana” .

Nei primi sei mesi del 2021, “si sono contati 152 atti di autolesionismo, 1 decesso per cause naturali ed 1 suicidio, 13 tentati sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria e 119 colluttazioni: cifre allarmanti ma comunque contenute, con grandissimi sacrifici, grazie alla professionalità, all’abnegazione ed al senso del dovere della Polizia Penitenziaria, che ha comunque bisogno di uomini e nuovi strumenti operativi per fronteggiare l’emergenza in atto”. Se si guarda però al dato nazionale, i numeri degli eventi critici nelle carceri italiane sono “allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa”. E “se gli attuali vertici non sono in grado di garantire l’incolumità fisica ai poliziotti penitenziari- conclude Capece- devono dimettersi tutti”