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Sul capo la corona d’alloro, in una mano la tesi di laurea. Nell’altra la piccola Nunzia: dottoressa e mamma nello stesso giorno per non saltare una sessione che avrebbe recuperato solo nella primavera del 2023. Protagonista della vicenda è Martina Cuomo, studentessa di Napoli, che si è laureata e nello stesso giorno a pochi minuti di distanza dalla discussione ha dato alla luce la sua dolcissima bambina. E guarda caso “E-Health e telemedicina: un nuovo approccio dell’assistenza territoriale” era il titolo della tesi di laurea, pronta da settimane.

Martina Cuomo, 30enne napoletana, si preparava alla discussione, con l’unica preoccupazione che la data definita dall’Università era la stessa indicata di fine gravidanza. “Per questo motivo – ha spiegato la giovane – ho concordato con la facoltà di Scienze infermieristiche e ostetriche la possibilità di discutere la tesi a distanza, così come previsto anche in caso di Covid”. “Dovevo per forza portare a termine i miei studi – ha aggiunto – Se non lo avessi fatto, sarebbe saltato alla prossima sessione, ad aprile 2023”.

Di qui la possibilità di discutere da casa. La ragazza, infermiera all’ospedale Cotugno di Napoli è stata impegnata in prima linea in un reparto Covid anche nel periodo più acuto della pandemia. La mattina della discussione, Martina si è svegliata con le contrazioni. Ha discusso da casa, l’unica a distanza dei candidati, supportata dal compagno Antonio. Il travaglio è iniziato subito dopo. La bambina è poi nata alle 18.30 al Policlinico Luigi Vanvitelli di Napoli, col peso di 3.580 kg, in ottima salute. “Il professor Loreto Lancia, presidente della commissione di laurea e responsabile del corso mi è venuto incontro dal punto di vista organizzativo – ha ricordato la ragazza – e mi è stato permesso di discutere per prima. Il mio relatore, il professor Angelo Dante, è stato il mio anello di collegamento tra L’Aquila e Napoli”. Accanto a Martina, l’ostetrica di fiducia e suo marito Antonio. La fase prodromica è iniziata già la mattina della discussione. “La discussione è durata sette minuti, quanto un intervallo tra una contrazione e l’altra – ha sottolineato l’infermiera – ho parlato della mia tesi molleggiando sulla palla da parto. Poi è iniziato il travaglio vero e proprio. La commissione era entusiasta. Quando hanno fatto la proclamazione stavo andando in sala parto: avevo rotto le acque”.