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Quando ha letto la rassegna stampa, stamattina, Ciro Campana non credeva ai suoi occhi. Su un quotidiano napoletano, infatti, gli è stato dedicato un intero articolo. Si parlava di “imbarazzo” nella Lega per la sua probabile candidatura alle regionali, di “candidature discutibili”, di “questione morale”. Di “notevoli risorse messe in campo” in campagna elettorale.

Tutto ciò, per una vecchia vicenda giudiziaria, risalente al 1994, quando l’imprenditore fu coinvolto in una operazione anticamorra della magistratura. Fu arrestato, Campana; scontò anche alcuni giorni in carcere, poi fu liberato. Il suo processo, durato 12 anni, si è concluso nel 2006 con la piena assoluzione. La Procura non ha fatto nemmeno appello, e Campana si è visto riconoscere il risarcimento per ingiusta detenzione. “Sono una vittima della malagiustizia”, ha confidato Campana agli amici, dopo aver letto l’articolo, “e ora mi ritrovo sbattuto sui giornali, con riferimenti alla mia moralità, a un imbarazzo che non so da dove potrebbe mai provenire. Ma vado avanti, tutelerò la mia onorabilità in tutte le sedi”

Campana, riferisce ad Anteprima24.it chi gli ha parlato, è sereno. E’ nella Lega da due anni, profilo basso, nessun proclama. Sta lavorando alla sua probabile candidatura con passione e impegno: “Ho presentato ai vertici regionali della Lega”, ha aggiunto Campana, “il mio curriculum, i carichi pendenti, il modello 335 dal quale risulta che su di me non c’è alcuna indagine. Il risarcimento per l’ingiusta detenzione l’ho devoluto in beneficenza, da allora sono stato candidato altre volte, senza alcun problema”. Cerchiamo di contattarlo, ma è dal suo legale. “Ciro”, dice un suo collaboratore, “non si fermerà di fronte a questi attacchi”. Che potrebbero provenire, secondo il suo entourage, dall’interno stesso del partito. Da qualcuno che ne teme il consenso? Da qualcuno che non vuole che la sua candidatura possa avere successo? Non si sa. Quello che si sa, è che Campana non si ferma…