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I provvedimenti della Procura regionale della Corte dei Conti della Campania (pubblici ministeri Licia Centro e Davide Vitale) riguardano l’ex sindaco Antonio Falco, per il quale si chiede la condanna al pagamento di 69.205,2 euro mentre si chiede la condanna al pagamento di 31.142,4 euro per gli ex assessori Francesco Casaburo, Bartolomeo Perna, Enzo Pinto e Vincenzo Semonella, Antonio De Rosa e Giulio Di Napoli. Per i sette ex amministratori pubblici indagati i pm hanno chiesto la sanzione massima consentita dalla legge e, cioé, un importo pari a venti volte l’indennità di carica percepita al momento delle violazioni ipotizzate, per un totale complessivo pari a 256.059,6 euro. L’udienza pubblica di discussione del ricorso sarà celebrata nel gennaio 2024. 

Lo scorso 10 ottobre, nel corso di un blitz anticamorra coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, vennero arrestati anche diversi amministratori pubblici accusati, tra l’altro, di avere favorito un’organizzazione camorristica, il clan Angelino, capeggiata dal boss Antonio Angelino. Le misure cautelari vennero notificate dalle forze dell’ordine, tra gli altri, all’ex assessore ai lavori pubblici del Comune, a Carmine Peluso, a Giovanbattista Alibrico, ex consigliere di maggioranza, e ad Armando Falco, parente dell’ex sindaco Vincenzo Falco e segretario cittadino di “Italia Viva”. Il Comune di Caivano, negli ultimi anni, è stato sciolto due volte: la prima, il 31 agosto, per questioni di carattere politico, a causa delle dimissioni di 13 consiglieri su 24 (in quell’occasione venne nominato un commissario), e la seconda volta lo scorso ottobre, dal Consiglio dei ministri, che ha nominato tre commissari.