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Napoli – I Verdi di Francesco Borrelli e Fiorella Zabatta sì; Sergio D’Angelo no. Il centrosinistra di Gaetano Manfredi serba buone speranze di recuperare gli ambientalisti che si sono allontanati per il metodo sbagliato, a loro dire, da cui è scaturita la nomination dell’ex rettore. Ma non mostra lo stesso ottimismo per il patron delle cooperative Gesco, che si è candidato a sindaco e non ha, ancora oggi, alcuna intenzione di rinunciare alla corsa, sebbene in solitaria.

Sta di fatto che alcuni uomini vicino a D’Angelo, leggi Rosario Andreozzi (ex DeMa) potrebbero proseguire il dialogo con il centrosinistra di Manfredi. Con quali frutti sarà da vedere, anche perché l’ex rettore ha un giudizio assai negativo dell’esperienza De Magistris.

Ma tant’è. Oggi, con l’agenzia di stampa Agi, l’ex rettore ha toccato solo l’argomento-Verdi: sulla base del programma, ha tenuto a precisare, è nei fatti un loro ritorno in coalizione: “La sicurezza e la vivibilità della città sono due dei temi più sentiti dai napoletani e sono quelli che Europa Verde porta avanti con grande impegno. Per questo sono fiducioso che possano entrare in coalizione e portare così un contributo molto importante”.

Sul Movimento 5 Stelle che vive momenti di tensione altissima ed è a rischio di una nuova spaccatura, invece, il candidato a sindaco l’ha messa così: “Il M5s ha sostenuto la mia candidatura dall’inizio. Al di là delle dinamiche interne, che lascio all’autonomia del Movimento, la sua presenza in coalizione è importante per le istanze che ha sempre portato avanti, in particolare sui temi della marginalità sociale e della transizione ecologica, che sono decisivi per Napoli”.

Manfredi, infine, ha difeso la sua scelta di puntare su un Patto e su una legge nazionale per salvare i conti di Palazzo San Giacomo piuttosto che prendere in considerazione la dichiarazione del dissesto. “Questo strumento comporterebbe due conseguenze – ha spiegato – Una forte penalizzazione dei creditori, che sono per la maggior parte napoletani che già escono dalla pandemia. E la paralisi dell’amministrazione in termini di assunzioni e di gestione della spesa corrente”.

Il Patto per Napoli, ha precisato invece Manfredi, “non prevede alcun reale commissariamento della città in quanto il commissario si occuperà solo del debito pregresso, consentendo all’amministrazione in carica di dedicarsi agli interventi di gestione e allo sviluppo con le risorse della programmazione europea e del Pnrr”.