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Napoli – “Sì, quando ero pm a Napoli volevo arrestare Maradona ma la mia richiesta non fu accolta“. Così il magistrato ed ex senatore Luigi Bobbio racconta la sua personale “avventura” con il Pibe De Oro e la città di Napoli. “Mi feci fare l’autografo prima di interrogarlo” spiega oggi.

Quando nel 1991 era un giovane pubblico ministero del pool anti-droga tra Caserta e Napoli, Diego era già il re della città. Dalle intercettazioni su un’indagine spunta però il nome del campione argentino, che finisce sotto la lente di ingrandimento di Bobbio, all’epoca tifoso del Napoli. “Ma dopo quella vicenda – racconta oggi il magistrato all’Adnkronos – cessai di essere un tifoso. Avevo guardato nei meandri del calcio e quello che ho visto non mi è piaciuto“.

Ora, nel giorno in cui tutto il mondo piange la scomparsa di Maradona, il magistrato ricorda quei tempi, lontani solo per le date dei calendari, quando non gli fu concesso di arrestare il Diez.

La morte di un uomo e di un grandissimo giocatore non può che suscitare cordoglio – racconta Bobbio -. E’ stato probabilmente il più grande di tutti i tempi.  Ma all’epoca per me Maradona era come qualunque altra persona. Era un indagato come gli altri e come tale lo trattai, senza sconti. Gli elementi per la custodia cautelare c’erano, così chiesi al procuratore l’autorizzazione ad arrestare il calciatore. Non mi fu concessa“.

Penso – continua il magistrato – che il procuratore ritenesse quella misura eccessiva ma non in relazione ai fatti, che erano gravi, bensì al clamore che ciò avrebbe suscitato”. Lo stesso clamore che ieri pomeriggio ha letteralmente mandato in tilt un’intera città”.