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Un lusso.
Ecco cos’è il mare a Napoli, un lusso.
In una regione che è stata avida a stabilire la percentuale di costa da lasciare al libero utilizzo del cittadino (il 30% contro il 60 pugliese), il capoluogo si distingue in negativo, con un rapporto che, almeno dati di fatto alla mano, elargisce circa il 95% delle spiagge disponibili a pochi eletti.

Ad oggi, infatti, potersi recare a fare un bagno gratuito in città è una corsa ad ostacoli.
Se si esclude la spiaggia di Mergellina, il bagnante dovrà divincolarsi tra spiagge pubbliche su cui insistono condomini privati, che non garantiscono la servitù di passaggio, che dovrebbe essere coattiva trattandosi di unico accesso, Onlus che usano il contingentamento nemmeno stessimo in era pandemica, enormi tratti di strada contemporaneamente Ztl e senza autobus e le mille prepotenze dei lidi privati.

A tutto ciò ha detto no un gruppo di cittadini, Mare Libero Napoli, che con azioni dimostrative e legali è diventato vera spina nel fianco.
Si tratta di persone di tutte le età che, in maniera simbolica invadono battigie ed informano i bagnanti, quasi sempre di lidi a pagamento, dei loro diritti negato.
La rappresentanza è riuscita anche ad ottenere una sentenza del Tar che vieta la chiusura del cancello che consente l’accesso alla spiaggia dei Bagni Elena durante il periodo che va da ottobre a maggio.
Non è molto, ma un piccolo passo in avanti si.