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Napoli – Polemiche roventi tra i gestori dei locali napoletani e la Polizia Municipale dopo il primo weekend di aperture post lockdown.

Tra ordinanze ritenute alle volte poco chiare, controlli a targhe alterne, folle di persone desiderose di poter ricominciare una vita normale, denunce social e parole al vetriolo, lo scorso weekend è stato densissimo di polemiche. I gestori dei locali, soprattutto quelli dei “baretti” nel quartiere Chiaia, sono sul piede di guerra e denunciano “soprusi” da parte delle forze dell’ordine. Questo perché, secondo loro, ci sarebbero stati due pesi e due misure nei dispositivi messi in campo dalla polizia per far rispettare le ordinanze del Presidente De Luca. Si sarebbe deciso infatti, secondo i gestori della famosa zona della movida partenopea, di effettuare controlli a tappeto in alcune zone considerate calde, come quella appunto dei baretti a Chiaia e di via Aniello Falcone al Vomero, e di controlli molto più “leggeri” nel centro storico o a Posillipo dove la situazione è stata lasciata fuori controllo.

Due locali a Chiaia hanno inoltre denunciato di essere stati obbligati a chiudere alle 23 quando invece, possedendo un codice Ateco che li qualifica come ristoranti, potevano tranquillamente rimanere aperti. Queste le pesanti accuse quindi che arrivano dal mondo della “Movida”, rilanciate anche da una nota ufficiale dell’associazione “Chiaia Night”.

Lavorare in questo clima diventa praticamente impossibile, ben venga la verifica del rispetto delle norme, ma questo non può voler dire irrompere nei locali, camminare con cani antidroga e antisommossa, generando un’atmosfera poco serena, ben lontana dallo spirito di convivialità che ha sempre caratterizzato questi locali. “Nel ribadire – spiega il presidente Aldo Maccaroniche siamo contrari alla chiusura alle 23, poiché imporre fasce orarie aumenta solo il rischio di assembramento, ci domandiamo se questo è il modo di farci lavorare dopo due mesi di chiusura, terrorizzando clienti e personale”.

Per l’associazione Chiaia Night è difficile lavorare in questo modo, se non addirittura impossibile. “L’orario di lavoro è già limitato – conclude Aldo Maccaroni – diteci che siete intenzionati a non farci lavorare in pace, che volete costringerci a chiudere, sarebbe sicuramente più onesto che rivolgere tutta questa attenzione delle forze dell’ordine solo in questa zona, quando altre parti della città si trasformano in una giungla a cielo aperto senza che nessuno dica niente. Cogliamo l’occasione per ringraziare il Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri per l’egregio lavoro svolto nelle zone di Chiaia, tra via Bisignano e piazzetta Rodinò e del Vomero in via Aniello Falcone. Un’attività di controllo effettuata con grande professionalità e per nulla invasiva, con uno spirito di collaborazione che è ciò che noi tutti ci aspettiamo per il bene di questa città”.

La Polizia Municipale di Napoli però ha prontamente replicato: “In primo luogo gli agenti operanti non hanno né chiuso né, tanto meno, allontanato i clienti, in quanto non è stato elevato nessun verbale di contestazione che avrebbe dato luogo alla sanzione accessoria della chiusura del locale, come anche lo stesso titolare afferma, bensì gli agenti hanno operato nella consueta attività di prevenzione, anche a fronte del diversificarsi delle normative vigenti in essere, a tutela della corretta informazione degli esercenti stessi delle normative”.

La Municipale spiega che l’ordinanza numero 49 della Regione Campania del 20 maggio scorso ricorda “agli altri esercizi pubblici di ristorazione – per i quali non vige il limite orario sopra indicato- è fatto obbligo di servizio al tavolo, onde assicurare il necessario distanziamento fra gli utenti, salva la facoltà di asporto e consegna a domicilio”.