- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Napoli – “Mi piacerebbe cantare ‘O surdato nnamurato al San Paolo dopo una vittoria. Perché solo in quelle occasioni si può cantare”, così Carlo Ancelotti in un’intervista rilasciata a Tiki Taka si è soffermato su diversi aspetti del suo momento napoletano. L’allenatore azzurro ha analizzato il campionato italiano, con Juve, Inter e Milan in primo piano e ha parlato anche di De Laurentiis, Milik e Cavani.

Juventus – “Bisogna essere concentrati su quello che si può fare, piuttosto che su quello che possono fare gli altri. Se si pensa a quello che puoi fare riesci a migliorarti ogni volta. Così puoi andare oltre i tuoi limiti, puoi lottare per cercare di superarli”.

Ronaldo – “L’ho visto quando abbiamo giocato contro la Juve, ma dopo non ci siamo sentiti. Mi sembra il solito Ronaldo: è un giocatore sempre molto determinante e motivato, non credo sia cambiato rispetto a quando l’ho allenato. Resta un giocatore top, che fa la differenza”.

Derby di Torino e Var – “E’ una tecnologia che va migliorata, ma che serve al calcio. Come tutte le innovazioni, all’inizio c’è qualche incertezza, ma siamo sulla strada giusta. Il derby è stato in equilibrio, il Toro ha fatto la partita che doveva fare, ha giocato con grande energia e poi alla fine l’episodio ha determinato il risultato”.

Napoli – “Napoli ha dei panorami e delle viste uniche. Ha un grande clima e i napoletani sanno vivere bene, anche attraverso le difficoltà e i problemi. Hanno grande passione e non si prendono mai troppo sul serio, come invece accade da altre parti. È una città abituata a vivere nelle difficoltà e lo fa in maniera molto positiva”. Napoli discriminata dai tifosi avversari: “Si è fatto un bel passo in avanti, sensibilizzando anche gli arbitri che poi alla fine sono quelli che prendono le decisioni. A Bergamo, per esempio, ho trovato un ambiente molto positivo, c’è stato rispetto per la squadra avversaria. Un passo avanti c’è stato, ma dobbiamo migliorare a livello di educazione negli stadi”.

Turnover – “Il turnover l’ho fatto fino all’altro giorno anche perché era legato alle partite di Champions. La qualità della rosa è alta e cambiando i giocatori il rendimento della squadra non ne risente”. Il rapporto con suo figlio Davide:  “È particolare, si ha un rapporto molto più diretto e stretto, anche se poi tutto va riferito anche al resto dello staff che è giovane e competente. Io ho i miei anni e a volte ho bisogno di essere aiutato dall’entusiasmo che sicuramente Davide e in generale i giovani riescono a darmi”.

Europa League – “Ci teniamo molto, non siamo riusciti a fare il viaggio europeo dalla porta principale, ma vogliamo andare avanti il più possibile. Negli ultimi anni l’Europa League è stata vinta da top club come Atletico Madrid, Chelsea e Manchester United. È un’opportunità che abbiamo per restare competitivi”. In Europa League ci sarà anche l’Inter: “Da ragazzo tifavo Inter ma dopo è stata offuscata o addirittura cancellata dagli anni passati al Milan. L’Inter ha una società forte, che ha voglia di investire e di tornare ad alti livelli. Credo sia solo una questione di tempo”.

Milan – “Ha fatto già bene in questa sua esperienza al Milan, ha preso la squadra in un momento di difficoltà, l’ha tirata su e gli ha dato un’identità. Certo, le ambizioni del Milan sono quelle di fare un campionato di vertice, ma bisogna avere pazienza, credo occorra fare degli innesti di qualità sul mercato. Ibra? Credo sia stata una decisione più di Zlatan che non del Milan, da quello che risulta”.

Milik – “È un ragazzo molto giovane che viene da due anni di infortuni e questo non va dimenticato. All’inizio ha giocato un po’ a corrente alternata, ora sta trovando continuità e speriamo che prosegua in questo modo. È paradossale che si parli di Cavani, che è molto amato a Napoli, quando i nostri attaccanti hanno fatto tantissimi gol”.