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NAPOLI – E’ Fulvio Martusciello, il numero uno di Forza Italia a Napoli, a premere il piede sull’acceleratore. Ancora oggi: “Napoli manesca contro Napoli Maresca”, è stata la sua battuta che ha ricordato la rissa che c’è stata l’altra mattina ai Quartieri Spagnoli.

L’eurodeputato azzurro, del resto, è troppo esperto del mare della politica e delle campagne elettorali per non sapere che, per recuperare gli almeno 10 punti che distanziano il suo candidato sindaco, Catello Maresca, da quello del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle, Gaetano Manfredi, bisogna alzare i toni. Giocare per forza all’attacco. C’è il rischio di beccare qualche contropiede? Non ci vuole Roberto Mancini per capirlo.

Ma tant’è: se vuole coltivare davvero una speranza di espugnare (sarebbe la prima volta nella storia) palazzo San Giacomo, il centrodestra deve attaccare modello Zeman. E deve attaccare già ora sebbene si vada a votare a ottobe per due motivi che hanno ben presente nelle stanze di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega.

Il primo: Maresca, fino alla scorsa settimana, defininendosi “puramente civico” e ponendosi all’attenzione generale come candidato alternativo ai partiti, compresi quelli del centrodestra (il “me ne fotto dei simboli” del suo primo comizio ha già prenotato un posto nella storia), ha fatto perdere mesi e mesi di tempo prezioso. 

Il secondo: Alessandro Nardi, l’uomo che stava costruendo le liste del Maresca civico, ha lasciato in eredità poco e niente.

Per questo, quindi, tutti all’attacco. Il ritardo nella compilazione delle liste è importante. E la sofferenza traspare finanche al di fuori del quartier generale del comitato di via Ponte di Tappia.

Il dato fatto trapelare da Maresca nell’intervista che ha concesso a Il Giornale mercoledì di avere già 10 liste, ad esempio, è assai lontano dal concretizzarsi.

L’ex pm della Dda, a un certo punto, al quotidiano di casa Berlusconi ha spiegato: “La mia lista Maresca sindaco è un Patto per Napoli e sarà sostenuta da molte altre liste civiche: Rinascimento partenopeo, Essere Napoli, Orgoglio napoletano, Sarà Napoli”.

Oggi, però, si è venuto a sapere che Sarà Napoli darà vita alla lista del candidato sindaco (quindi, sarebbero da intendere come 1, non 2).

E già giovedì, quando Maresca si è recato al Tonga di Pozzuoli per una iniziativa di “Rinascimento Partenopeo”, ha dovuto constatare che il gruppo dell’avvocato Riccardo Guarino ancora non ha nemmeno deciso se farla una lista.

E allora: Martusciello ha ben ragione a volere accelerare. Del resto, la sua stessa prima dichiarazione nel momento in cui Maresca ha accettato se non di definirsi ma di essere candidato sindaco del centrodestra è stata un appello ai napoletani di “farsi avanti per la battaglia elettorale”. 

E sempre il leader di Forza Italia, quindi, spinge affinchè Maresca si lanci in pressing su tutto e tutti: su Manfredi in primis, naturalmente, attaccato dall’Università e dalle liste pulite alla sua campagna di comunicazione, passando per come ha gestito la contestazione ai Quartieri. Ma anche sullo stesso De Magistris, volendo far passare il messaggio di una netta discontinuità con l’esperienza amministrativa che volge al termine e di avere, a differenza sua, le cose da fare già ben chiare in testa: Maresca, poco fa, ha chiesto a De Magistris di portare a Napoli l’Eurovision Song Contest.

Attaccare e occupare la scena mediatica, quindi: queste sono le parole d’ordine.

Ma dicevamo anche del pericolo contropiede. Martedì pomeriggio era annunciato a Napoli Matteo Salvini. La calendarizzazione del ddl Zan gli ha fatto già cancellare la tappa. Ma con la promessa di aggiornarla presto. Maresca, che da appassionato di calcio si prepara alla finale dell’Italia di domani, lo vede alla stregua di Harry Kane, il bomber inglese. E con i suoi già sta pensando a come dovrà marcarlo.