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Di Carlo Tarallo

Napoli – Non avevano certo l’accento veneto o lombardo, i sedicenti tifosi del Napoli che esattamente sei giorni fa si presentarono sugli spalti dello stadio San Paolo, in quello scellerato allenamento a porte aperte che seguì l’ “ammutinamento” della squadra al termine della partita di Champions League contro il Salisburgo. Parlo di quelli all’interno, non dei gruppi della Curva A. Basta un’occhiata ai video: avevano l’accento spiccatamente napoletano, quei cialtroni, che urlarono ogni sorta di insulto contro la squadra, in un crescendo di odio e volgarità autolesionistica che provocarono in chi scrive, tifoso azzurro da sempre, un senso di vergogna.

Non hanno l’accento veneto o lombardo, ma napoletano, quei giornalisti dei siti e delle testate locali che da quella maledetta notte hanno letteralmente messo alla gogna prima tutta la squadra, poi i presunti “capirivolta”, con editoriali e articoli trasudanti odio e livore, esponendo così tutta la città a una figuraccia planetaria, perdendo ogni senso della misura, condannando i calciatori azzurri a un linciaggio mediatico che definire sproporzionato, rispetto a una diatriba tutta interna alla Ssc Napoli, è un eufemismo. Sentii con le mie orecchie un opinionista televisivo di conclamata fame, uno di peso, diciamo, dire testualmente che i senatori del Napoli, MertensCallejonAllanInsigne e Koulibaly, andavano “estirpati” dalla squadra. “Estirpati”, come un cancro, una malapianta. Un clan della camorra.  

Non hanno l’accento veneto o lombardo quegli stessi giornalisti che, scrivendo e parlando dell’effrazione a casa di Allan del danneggiamento dell’auto della moglie di Zielinski, hanno immediatamente accostato l’accaduto alla “rivolta contro i rivoltosi”, oltretutto citando fonti delle forze dell’ordine. Episodi, sia ben chiaro, che chiunque avrebbe ipotizzato potessero essere in qualche modo collegati con la violentissima contestazione nei confronti della squadra, vista la tempistica dell’accaduto. 

Oggi, che i media nazionali non fanno altro che riprendere tutto quello che siamo stati capaci di dire, urlare e scrivere, ecco arrivare i teorici dello “sputtanapoli”, che si lamentano. Vittimisti, ipocriti, bugiardi: questo siete, voi professionisti del piagnisteo. La valanga di fango che ha coperto Napoli in questa terribile settimana, è stata prodotta tutta quanta qui, nella nostra città. I media nazionali non stanno facendo altro che ripetere, in minima parte, ciò che è stato scritto e detto dai giornalisti napoletani e da centinaia di sedicenti tifosi azzurri. Sarebbe il caso, per una volta, di tacere, evitando almeno di coprirsi di ridicolo.