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Napoli – Aurelio De Laurentiis durante il convegno “Generazione Var” in corso all’Università Federico II di Napoli ha tracciato un bilancio della stagione del Napoli guardando soprattutto all’Europa. “Quello che mi ha scocciato è che in Italia nessuno si vuole assumere le proprie responsabilità”, così il presidente della Filmauro. “Per me un arbitro è una persona equidistante che non può avere un ruolo politico, se un arbitro appartiene ad un’associazione federativa è un errore. Credo che nel calcio, per un problema mediatico, si sia vissuto sul compromesso conveniente dell’ignoranza, non della conoscenza, ma di ignorare. Nel 1996 durante il governo Prodi, Veltroni trasformò i club in società per azioni. In Inghilterra non esiste un legame fra la Premier League e la Federcalcio, la classe arbitrale per me deve essere assunta dalla Lega di Serie A”. 

Sul campionato appena concluso il patron rivela: “Noi abbiamo fatto un campionato bellissimo, l’unico torto è stato uscire dalle coppe. Quelle internazionali per me sono produttive, è quello che raccontiamo a 38mln di tifosi del Napoli che non stanno solo in campania ed in Italia, ma in tutto il mondo, non al San Paolo soltanto. Noi giochiamo pure per loro”. De Laurentiis parla anche del gap con la Juventus e su cosa serva per diventare grandi in Europa: “Cosa manca al Napoli per diventare una forza europea importante? Nulla, in Olanda hanno fatto una classifica dove c’è una lista dei grandi club europei, tra le squadre italiane il Napoli viene subito dopo la Juve prima di Inter, Milan e Roma. La stampa dice che la nostra società è molto disorganizzata, invece dietro c’è tanto lavoro. Quando sono arrivato a Napoli nel calcio ho trovato un grande casino, una grande confusione, dopo 3 anni ho trovato tutto molto semplice. La differenza tra calcio e cinema? Nel calcio non conosci il finale del film”.

Il presidente De Laurentiis si è soffermato anche sull’addio di Maurizio Sarri: “Sarri? Io ad un certo punto ho comunicato alla stampa che il tempo per lui era scaduto. Sono responsabile di una società molto importante, non potevo stare ad aspettare le decisioni degli altri. Ho deciso quindi di portare Carlo Ancelotti a Napoli, con lui ho già iniziato a lavorare. Ho mostrato al figlio di Ancelotti e al suo gruppo di lavoro le strutture di Castel Volturno. Il centro sportivo del Napoli è ora un cantiere, stiamo rivoluzionando il tutto. Il nuovo gruppo di lavoro deve lavorare al meglio. La risposta che non vi posso dare? È che giocatore compriamo. Durante i periodi di mercato, offendiamo dei giocatori che hanno, con impegno, vestito i colori del Napoli. Io non mi dimenticherò mai quando Antonio Conte mi fece una corte spietata per Koulibaly arrivando fino a 58 milioni. Gli dissi: Antonio abbi pazienza, che ci faccio con 58 milioni? L’importante è che rimanga al Napoli”. Sul futuro di Ancelotti, sottolinea: “Mi auguro che rimanga con noi per altri 10 anni, ma io devo pensare sempre al bene della società, mi muoverò sempre con quella obiettività che non si lascia prendere la mano dall’entusiasmo. Non vi preoccupate, con Carlo faremo quello che dobbiamo fare”.