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Napoli – Le lacrime, poi gli svenimenti e la rabbia. «Vogliamo giustizia, cerchiamo verità. Mio marito era in salute, non si può morire a 34 anni» scossa la moglie di Claudio Volpe, il napoletano morto al carcere di Poggioreale domenica sera. Ieri notte i suoi familiari hanno protestato davanti al penitenziario. Si sono vissuti momenti di tensione quando qualcuno ha lanciato sassi e bottiglie e quando la protesta si è prorogata anche all’interno del carcere. 
Dopo il clima di tensione della scorsa notte poco fa i manifestanti hanno bloccato la strada davanti al carcere. In prima linea la famiglia di Volpe: la moglie, che ha denunciato di non essere stata avvisata della morte del marito e di essere stata informata che aveva la febbre. È stato esposto uno striscione: “Verità per Claudio morto nel mostro di cemento”. Volpe era detenuto dal giugno del 2017 dopo essere stato sorpreso dalle forze dell’ordine a smerciare droga in una delle “basi” del clan Puccinelli-Petrone, al rione Traiano. Il detenuto, stando a una prima ricostruzione dei fatti, già da qualche giorno non godeva di buona salute. Aveva febbre alta e difficoltà deambulatorie, tanto essere stato accompagnato più di una volta in infermeria. Il suo quadro clinico non è però mai migliorato, anzi: domenica notte è quindi arrivato il drammatico epilogo. La procura ha aperto una inchiesta e l’autopsia è stata tenuta questa mattina.