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Napoli – Un fiume arcobaleno ha invaso le strade di Napoli, dal centro storico a via Caracciolo, per l’atteso, e anche un po’ temuto, Pride del Mediterraneo. Una folla colorata e allegra di migliaia di persone è partita intorno alle 17 da piazza Dante per il quinto evento che si tiene nel capoluogo campano. Il popolo lgbt è arrivato in massa da tutta la regione ma anche dal resto del Paese e si è mosso a ritmo di musica intorno ai camion scoperti e pieni di palloncini che hanno lentamente percorso la piazza per poi proseguire verso via Toledo. La sfilata è poi terminata poco dopo le 19 sul lungomare. Tra i partecipanti anche Francesco Mangiacapra, autore del dossier sui preti gay consegnato all’inizio dell’anno alla Curia di Napoli, che ha preso parte al corteo vestito da “Cristo gay”: un’iniziativa che aveva suscitato più di qualche malumore.

Finita la manifestazione, il bilancio è più che positivo per Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli: «Decine di migliaia di persone hanno sfilato per le strade di Napoli, 30mila, forse 50mila. Tantissimi ragazzi e ragazze ad ascoltare entusiasti le parole del paritgiano delle Quattro Giornate, Antonio Amoretti, e a cantare con lui “Bella Ciao”». Proprio Amoretti ha a sua volta esclamato: «Sono orgoglioso di essere stato con mia moglie Rosa testimone della prima Unione civile celebrata a Napoli e voglio ricordare a voi ragazzi di difendere la Costituzione scritta con il sacrificio dei partigiani, bisogna difendere alla democrazia, la pace e la libertà oggi, come allora». Il partigiano Amoretti è stato poi salutato con un grosso urlo da parte della folla: «Libertà, libertà!».

«Dal Gay Pride di Napoli parte un messaggio per, non contro. Per le libertà civili, per l’uguaglianza, i diritti, per le persone, tutte uguali nei diritti ma tutte differenti, ognuna col proprio sentimento». Così, invece, il sindaco Luigi de Magistris intervenendo alla partenza del Gay Pride di Napoli in piazza Dante, con un cuore arcobaleno attaccato sulla camicia. De Magistris ha sottolineato che il messaggio arriva «in una città di pace che vuole dare un contributo per costruire una comunità in cui trovare l’amore non il rancore, l’indifferenza e il razzismo. Un messaggio forte sempre e non perché oggi c’è Salvini al governo. Ci siamo sempre stati. Noi vogliamo costruire ponti di solidarietà e non mura di rancore». Ai cronisti che gli chiedevano della presenza del “Cristo gay” Francesco Mangiacapra, de Magistris ha detto: «Io sono per la difesa delle persone fragili, non mi interessa fare crociate sono qui come uomo, abitante del pianeta, cittadino, sindaco ed esponente politico, che vuole costruire un’Italia fondata sulla coesione e non sull’odio e il respingimento».