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Si sono dati appuntamento fuori alla sede della giunta regionale a Santa Lucia. I lavoratori socialmente utili della Campania, nel primo giorno della Campania in zona rossa, chiedono che venga rispettato l’iter per la loro stabilizzazione. Con loro anche i segretari di Cgil, Cisl e Uil. “La Regione non ha più scuse. Per rinnovare la Pubblica amministrazione – dice il segretario generale della Uil Campania Giovanni Sgambati – bisogna partire dall’azzeramento della precarietà. Serve il rinnovo dei contratti oppure avremo un elemento di conflittualià’ nei confronti della giunta regionale”. “Trovo inconcepibile – dice Doriana Buonavita, segretaria generale Cisl Campania – che dopo 25 anni questi lavoratori vivano ancora una condizione di precariato, nonostante gli strumenti normativi messi a disposizione dal governo. La Regione non può rinchiudersi nel silenzio. Non lo meritano cittadini, lavoratori e sindacati”. “Ci sono 531 lavoratori che gridano vendetta. – ricorda Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Campania – Serve una strategia per combattere le disuguaglianze e la grande crisi che sta attraverso il mondo del lavoro.

I manifestanti poi si sono spostati sul lungomare, bloccando il traffico. A controllarli le forze dell’ordine in tenuta antisommossa. “Abbiamo chiesto un incontro alla Regione per i temi che investono la classe proletaria – urla disperata al megafono una manifestante – e la Regione finge di non vederci, non sentirci, di non leggere le mail. Noi non torniamo a casa come se nulla fosse successo, perché da un anno le famiglie proletarie non possono fare la spesa, hanno fatto finta di riaprire ma la verità è che hanno distribuito le briciole, scaricando la crisi sulle famiglie. E le donne proletarie non possono neanche scendere a scioperare perché non hanno chi le guarda i figli”.