- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – “La riunione odierna della commissione Trasparenza, anziché dissipare le nubi che si addensavano sulla delibera con cui la giunta ha proceduto all’affidamento delle prestazioni alla Napoli Servizi, ha confermato tutte le mie perplessità. Addirittura ho il timore che si sia fatta confusione su quali siano e come siano stati individuati i servizi pubblici locali. Resto convinto che il provvedimento in questione, contrariamente a quanto fatto dall’amministrazione, doveva essere sottoposto all’approvazione del consiglio comunale. La conferma, paradossalmente, è arrivata proprio da quanto sostenuto oggi dal capo di gabinetto e dal segretario generale: per loro, tra le attività affidate alla Napoli Servizio, non risultano servizi pubblici. Eppure, almeno in due casi, si tratta chiaramente di servizi pubblici: la gestione del patrimonio comunale e gli interventi socio-assistenziali. Non lo dico io, ma è scritto a chiare lettere nel Documento unico di programmazione (Dup), ossia l’atto delibrativo proposto proprio dalla giunta e approvato dall’aula nell’ambito della manovra di bilancio 2018. Ne deduco, quindi, che l’esecutivo, in base alle convenienze politiche, decide di volta in volta se considerare un servizio pubblico o meno, dando vita così a un gran pasticcio amministrativo”. Lo scrive in una nota il presidente della commissione Trasparenza del Comune di Napoli, Domenico Palmieri

A fronte di questo caos – ha aggiunto Palmierimi riservo di valutare le modalità più idonee per sottoporre la questione al Prefetto, alla Corte dei Conti e all’Anac e verificare la legittimità delle procedure poste in essere dalla giunta, nonché tutelare i poteri dell’organo consiliare. Ritengo, infatti, che siano state negate le prerogative dei consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, e delle commissioni competenti, dal Patrimonio al Welfare. Un segnale di evidente distrazione politica o, forse, più semplicemente, uno stratagemma per evitare alla traballante maggioranza di andare in aula e contarsi”.