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Napoli – Il loro nome, semplicemente, non c’è: le donne tassiste, a Napoli, non esistono. O meglio, rappresentano di certo una minoranza ma sulla carta il loro lavoro non è riconosciuto. Non sono segnalate nel disciplinare, non compaiono nel regolamento comunale.

Una situazione anomala che è stata denunciata oggi da O.R.S.A. Taxi, sottolineando anche che molte di loro siano preda continua di molestatori e vengano derise, tanto dai colleghi uomini quanto dagli utilizzatori del mezzo. “Noi non ci siamo! Non abbiamo uno straccio di diritto riconosciuto!” – tuonano le conducenti -.”E chi se ne frega se qualcuna di noi ha dei figli minorenni di 3, 6 ,8 anni? Chi se ne frega se qualche taxista donna è sola? Non esiste nulla che certifichi la nostra presenza, a meno che non si tratti dell’intero trambusto confusionale del caos burocratico, fiscale e d’interesse cooperativistico: allora sì che siamo buttate nel calderone definito ‘Settore Taxi’”.

La situazione, in città, è al limite e molte di loro sono costrette a girare in auto con spray urticante per scongiurare il rischio di abusi. In altre parti di Italia la situazione è stata regolamentata, se non altro creando una rete “privata” tra conducenti. E siccome non si possono installare telecamere a bordo a causa della privacy, qualcuna di loro insiste nell’ipotesi di dotare i taxi di tasti Sos o comunque di dispositivi di allerta sia verso i colleghi impegnati in altri turni che verso le forze dell’ordine. “Napoli. Capitale della tolleranza, del ‘porgi l’altra guancia’, della difesa dei diritti sociali, degli emarginati, emigrati, dei cani, dei gatti e chi più ne ha più ne metta” – concludono da O.R.S.A.“ma tra noi alcune alzano la propria croce da sole, altre sono costrette a camminare in branco, altre, umiliate, tacciono”.

A cura di Ornella d’Anna