- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Napoli – Dopo quasi un mese di presidio permanente in fabbrica gli operai della Whirlpool di Napoli tornano in mobilitazione al Consolato Americano.

Una manifestazione voluta per accendere nuovamente le luci su una questione, come quella della chiusura della fabbrica di lavatrici di via Argine, ancora tutta aperta. Dove i circa 350 operai di Ponticelli aspettano ancora novità dai tavoli e le promesse del Governo.

Istituzioni che nel corso degli ultimi anni avevano speso tante belle parole per garantire il futuro industriale sull’area orientale della città e che ora sembrano però essere sparite, coperti dal polverone scatenato dal Covid.

Dietro la crisi della pandemia ci sono però le varie crisi sociali ed economiche che già esistevano sulla penisola prima del Covid ed ora rischiano solo di aggravarsi con la corrente emergenza sanitaria.

Ecco perché, dopo quasi un mese dalla chiusura dello stabilimento voluta dalla multinazionale lo scorso 31 ottobre, gli operai partenopei torneranno in presidio davanti il simbolo delle istituzioni Usa a Napoli. Appuntamento in piazza della Repubblica per questo venerdì, 4 dicembre, alle ore 10,00.

Sindacati ed operai chiedono così, ancora una volta, le motivazioni per cui l’azienda statunitense ha deciso di chiudere l’unico stabilimento del Sud, garantendo tuttavia il rafforzamento industriale degli altri siti della multinazionale nel bel Paese.

Se la Whirlpool, da circa 12 mesi a questa parte, spiega a sindacati ed istituzioni che “Napoli perde” tuttavia non ha mai portato sui vari tavoli ministeriali i numeri del sito napoletano. Numeri che , stando alle voci di chi in quella fabbrica ha lavorato per anni, sono tutt’altro che negativi. Il sito partenopeo è infatti l’unico d’Italia che ha ricevuto proprio dalla Whirlpool attestati di merito per la “realizzazione di prodotti di alta gamma”.

Ed oggi, anche con la pandemia, i numeri di mercato nel settore dell’elettrodomestico, stando alle parole delle sigle sindacali, continuano a salire raffigurando un quadro più che positivo per la multinazionale.

Scenario totalmente diverso invece per gli operai di Napoli Est che sono in presidio permanente, nonostante l’avversità del Covid e il freddo dell’inverno, dallo scorso 31 ottobre nello stabilimento di Ponticelli.

Ad oggi la multinazionale, nonostante la criticità del momento che stiamo vivendo, ha stabilito che i lavoratori riceveranno la busta paga fino al mese di dicembre. E dopo che si fa? Si domandano oggi gli operai napoletani ancora immersi nelle mille perplessità e la poca chiarezza che arriva da Roma dove ad oggi, materialmente, non si è ancora deciso sul futuro dello stabilimento di Napoli.

Ci stiamo avvicinando al Natale – raccontano i lavoratori – l’umore è giù però le persone ci sono e si continuiamo ad alternare”. “Su questo continuiamo a tener botta” rassicurano gli operai, ancora in attesa di risposte concrete dal Governo.