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Napoli – Da “re” del narcotraffico per la camorra di Forcella ad attore per il prossimo film prodotto da Matteo Garrone, una nuova bufera si abbatte sul carcere di Poggioreale. Nella casa circondariale di Napoli, sabato scorso, sono state girate alcune riprese che hanno visto protagonista, nel ruolo e nei panni di agente penitenziario, l’ex detenuto Pietro Ioia. La scelta ha destato parecchio clamore, tanto che alcuni sindacati dei baschi azzurri, in primis l’Osapp e l’Uspp hanno parlato senza mezzi termini di “affronto nei confronti della divisa“. Il diretto interessato respinge però ogni addebito e replica: “Mi attaccano soltanto perché ho denunciato le loro malefatte all’interno della Cella Zero“.

A dare fuoco alle polveri ci ha pensato il sindacato Osapp della polizia penitenziaria, che con una durissima nota pubblicata sul proprio sito ufficiale ha inquadrato così la vicenda: “Volevamo il cambiamento ed è arrivato. Purtroppo in peggio. Per quanto riguarda l’immagine della polizia penitenziaria ce ne voleva per superare il decennio precedente. Dopo gli anni passati a schivare gli schizzi, non di fango, sul caso Cucchi, con l’aggravante che a lanciarceli c’era in prima linea quel Luigi Manconi che per “ironia della sorte”, è stato anche sottosegretario alla Giustizia con delega alla Polizia Penitenziaria, in questi giorni davanti il carcere di Poggioreale sono in corso le riprese di un film che ha tra gli interpreti una persona non qualunque. Si chiama Pietro Ioia, ex detenuto nelle patrie galere per circa un ventennio. Si aggira nel set allestito davanti al carcere, perché presumibilmente il film è ambientato proprio in un carcere, vestito di tutto punto da assistente della polizia penitenziaria con basco azzurro in testa, cinturone bianco e pistola in fondina“.

Ma Pietro Ioia, che in passato ha scontato ventidue anni di reclusione per traffico di cocaina dal Sudamerica per conto del clan Giuliano di Forcella, non ci sta a farsi risucchiare dal vortice di polemiche. L’ex narcos, dopo la scarcerazione a metà degli anni Duemila e la decisione di cambiare drasticamente vita, respinge quindi al mittente ogni critica: “Ormai da quattro anni sono impegnato nel teatro e nella recitazione, oltre che con la mia associazione che si occupa dei diritti dei detenuti. Chi oggi mi sta attaccando in modo così violento lo fa soltanto perché in passato ho denunciato a gran voce i soprusi avvenuti all’interno della Cella Zero di Poggioreale. È a tutti gli effetti una vendetta. In questi anni sono state effettuate decine di riprese all’interno di Poggioreale e mi pare che nessuno abbia mai avuto niente da ridire“. Ioia entra quindi nel merito delle riprese che l’hanno visto protagonista la scorsa settimana: “Mi è stata offerta una piccola parte dalla produzione del film e, vista la mia passione per la recitazione, ho accettato di buon grado. Da parte mia non c’è stata però alcuna intenzione di offendere il Corpo della polizia penitenziaria, per me è stata soltanto un’occasione professionale, da cogliere al volto tra l’altro, visto che oggi nessuno vuol offrire un impiego agli ex detenuti. Se qui c’è qualcuno che ha infangata la divisa quello di certo non sono io”. Il film di Garrone, per la cronaca, dovrebbe arrivare nelle sale cinematografiche la prossima estate.