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Naspoli – Al centro degli affari malavitosi dei Narcos che facevano affari tra Napoli e Roma c’era Ciro Capasso, ritenuto vicino al clan camorristico degli Scissionisti nonché all’ala affaristica dei Contini del rione napoletano dell’Arenaccia. Lui è tra i principali esponenti dell’organizzazione di narcos sgominata oggi dalla Guardia di Finanza di Napoli che ha portato a 24 arresti. La sua famiglia, al pari di altri cinque nuclei familiari dei soggetti destinatari dei provvedimenti cautelari, sono risultati beneficiari del reddito di cittadinanza.
Tra i sequestri, anche le società di gestione del noto ristorante ‘Tufò‘ di Napoli nella zona chic di via Posillipo. Capasso, che negli anni ha operato a favore dei clan come vero e proprio broker del narcotraffico, dopo aver subito una grave crisi finanziaria per la perdita di un carico di droga nel 2007, che in parte fu superata grazie alla sua compagna che intermediò con i clan e in particolare con la famiglia Botta, per dilazionare un debito di 1 milione che fu pagato a rate di 30 mila euro al mese, e dopo essere tornato in libertà, negli anni è riuscito a riprendere a pieno regime la sua attività investendo parte dei suoi guadagni nel settore della ristorazione.
Proprio all’interno di uno dei locali in gestione, la trattoria-gourmet Tufò in via Posillipo si sono tenute alcune riunioni tra Capasso, il figlio Antonio e altri membri dell’associazione finalizzate a concordare l’acquisto di considerevoli quantitativi di cocaina. Durante uno degli incontri monitorati dagli esperti del Gico, era presente Rosario Lumia il quale dopo qualche giorno, nel 2018, fu arrestato per aver nascosto nella sua auto oltre 33 chilogrammi di cocaina; nella sua abitazione furono sequestrati anche oltre 200mula euro in contanti, 14mila dollari statunitensi e tre orologi di russo. Nei confronti degli indagati è stato eseguito anche il sequestro di 7 società, immobili, 13 veicoli e 68 rapporti finanziari.