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Napoli – Una sola domanda, ma non ammissibile. Non c’è dunque nemmeno un partecipante al concorso per i sei posti da dirigente della medicina d’urgenza al pronto soccorso dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, balzato in questi giorni agli onori delle cronache per il suo sovraffollamento. Con un boom di 180 ricoverati, il pronto soccorso ha potuto smistare i pazienti in altri ospedali, ma non riesce ad aumentare il personale del reparto, affollato da anni. “Il concorso di oggi a zero partecipanti – spiega il direttore del Cardarelli, Giuseppe Longo – è un caso che ricalca quello degli ultimi tre anni. Io ho indetto undici concorsi per la medicina d’urgenza in tre anni e sono riuscito ad assumere 12 medici, in media uno a concorso. Ora proviamo con un concorso a tempo indetermianto, sono sei posti ma se si presentano in venti pensiamo di prenderli tutti”. Situazione chiara quella del Cardarelli, che vale però per tutta la città, come emerge dalle carte degli ultimi anni dell’Asl Napoli 1 che dal 2018 a oggi è riscita ad assumere solo 14 nuovi medici in questo specifico settore, con cinque bandi e una partecipazione bassissima nel 2018 e 2019. Un calo culminato nella totale assenza di partecipazione di oggi. “Abbiamo provato anche – spiega il direttore generale dell’Asl Napli 1 Ciro Verdoliva – la disponibilità interna di medici specializzati in Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza a fare turni di Pronto Soccorso a tutte le Aziende della Regione Campania, con esito negativo. La carenza riguarda anche anestesisti e rianimatori. E’ in corso l’ennesima procedura concorsuale, vediamo che succederà il 16 a fine prove di esame”. E così è indifficoltà anche la territorialità dei controlli dell’Asl nei diversi quartieri, vista la mancanza di medici di urgenza. Sui concorsi flop per i pronto soccorso si sofferma anche il governatore della Campania, che ha tenuto la delega alla sanità, Vincenzo De Luca: “Il Cardarelli – spiega – significa in primo luogo carenza di personale nel pronto soccorso, perché i medici non partecipano più ai concorsi. Noi abbiamo retto all’emergenza covid, rimanendo la regione con la percentuale più bassa per i morti, abbiamo fatto un miracolo con 10mila dipendenti in meno”. E la pandemia ha a che fare anche con il boom di accessi al pronto soccorso, come spiega Longo. “L’afflusso delle persone – dice – è molto alto in considerazione del post covid: ci sono tante patologie croniche che emergono ora perché sono mancati i controlli periodici previsti, e poi ci sono conseguenze di chi ha avuto il covid e che spesso ha delle fragilità. Mi è capitato a me e so che un anziano ha spesso un forte problema dopo essere guarito dal covid. Poi un altro problema è la mancanza di medici sul 118: lì il medico va a casa e fa triage, ma sono pochi e tutti coloro che chiamano l’ambulanza vengono al pronto soccorso”.