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Napoli – “Questa panchina, per cui ringrazio l’autorità portuale e la Uil, e quella di ieri a Brusciano sono segnali forti che possono servire a riflettere una politica che è carente sotto tutti gli aspetti”. Così alla Dire Giuseppe Pinto, padre della 39enne Ornella vittima di femminicidio lo scorso marzo quando il compagno l’ha uccisa a coltellate nella sua casa nel cuore della notte.

“Mia figlia – continua il padre di Ornella a margine dell’installazione di una panchina rossa al porto di Napoli nel giorno in cui la donna avrebbe compiuto 40 anni – era, è, una docente della pubblica istruzione, un apparato dello Stato, e non abbiamo avuto un messaggio. Una sola parlamentare (la deputata napoletana del gruppo misto Flora Frate, ndr) si è permessa il lusso di presentare una interrogazione davanti ad un’aula vuota: questa è la pochezza della politica”. Ieri Giuseppe Pinto aveva fatto un appello al capo dello Stato, ribadito oggi, affinchè intervenga “per fare provvedimenti snelli, precisi, per scoraggiare questi mascalzoni che hanno in mente di fare cose brutte per gelosia, perche’ di questo stiamo parlando”.

“Nonostante siano passati 10 anni dalla firma della Convenzione di Istanbul solo nel nostro Paese dall’inizio del 2021 registriamo 37 femminicidi. Uno ogni tre giorni e mezzo. Troppi”. Lo dice Loredana Raia, vicepresidente del Consiglio regionale della Campania, in occasione dell’installazione di una panchina rossa in ricordo di Ornella Pinto oggi al porto di Napoli. “Noi come Regione Campania – evidenzia – tra leggi, provvedimenti, risorse significative investite in questi anni, abbiamo già realizzato molte iniziative. Ma non basta. Bisogna continuare a lavorare sulle nuove generazioni, è in loro che dobbiamo instillare il germe del rispetto, della condivisione, della cooperazione tra generi diversi. È con loro che dobbiamo insistere per costruire una società più illuminata e più giusta nel nome di Ornella e del suo sorriso che – conclude Raia – anche la morte, sono certa, non è riuscita a spezzare