- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Un’attività investigativa “pura” che ha portato all’individuazione dei parcheggiatori abusivi. Questo c’è dietro l’attività che ha portato il gip di Napoli a firmare un’ordinanza di divieto di dimora per quattro parcheggiatori. «Non ti preoccupare, non lo pagare il parcheggio che me la vedo io. Dopo paghi me». E ancora: «Sono qui ad aspettarti, non me ne sono andato e non vi ho fatto prendere multe»; «Dammi qualche altra cosa che dobbiamo arrivare a due euro». Sono queste le frasi che i parcheggiatori abusivi napoletani hanno pronunciato alle loro vittime che sono state chiamate singolarmente dai carabinieri e che hanno raccontato le minacce implicite ed esplicite che hanno subito.

È questo il risvolto dell’ultima inchiesta che ha portato a quattro divieti di dimora per parcheggiatori illegali che “lavoravano”, si fa per dire, alla riviera di Chiaia a Napoli, nella strada parallela alla zona della movida del week end. La tassa della tranquillità andava dai 2 ai 5 euro e il loro andirivieni dalle auto è stato monitorato dal 30 giugno al 10 luglio del 2017 grazie a una telecamera che ha inquadrato i quattro mentre chiedevano soldi. Le indagini sono state svolte dalla stazione dei carabinieri di Posillipo e sono già partite nel 2015. Indagini che hanno dato luogo all’emissione di varie ordinanza di custodia cautelare nel passare degli anni. Tutto è stato monitorato grazie a una telecamere posizionata alla Riviera di Chiaia davanti a una nota e affollata pizzeria della zona e così venivano monitorati in tempo reale i movimenti degli indagati. Usavano cassetti della spazzatura occupando le aree di parcheggio e liberandole con la rimozione all’occorrenza e lasciando intendere che la strada era sotto la loro gestione.

«La preventiva occupazione della strada e in particolare delle aree di parcheggio, sia fisicamente dagli stessi indagati presenti in più persone sui luoghi, sia spostando i bidoni della raccolta differenziata o le autovetture da loro gestite, e le modalità esecutive dell’azione appaiono, inoltre, sintomatici di indubbia professionalità e spregiudicatezza da parte degli indagati», ha scritto il gip Giovanna Cervo per le motivazioni dell’ordinanza che ha applicato le quattro misure cautelari.