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NAPOLI – Con quasi un mese e mezzo di ritardo, prima per le elezioni del Presidente della Repubblica poi a causa del conflitto in Ucraina, è finalmente in agenda la firma del Patto per Napoli.

L’appuntamento è per martedì, 29 marzo presso il Maschio Angioino. Già: perché lo scenario della stretta di mano tra Mario Draghi e il sindaco Gaetano Manfredi con la quale si sancisce il trasferimento nelle casse del Comune di quasi 1,3 miliardi di euro da qui ai prossimi 21 anni non è quello di Palazzo Chigi, come si era immaginato. Ma che più napoletano non potrebbe essere.

Sarà la prima volta di Draghi premier a Napoli. A sancire con ancora maggiore forza il canale privilegiato che Palazzo Chigi ha instaurato con Palazzo San Giacomo più che con un altro palazzo del potere napoletano: quello della Regione di Vincenzo De Luca.

Questo, al di là del patto che salva Napoli dai suoi 5 miliardi di debito, anche per la gestione dei fondi del Pnrr e per la sfida delle sfide, si direbbe: la riqualificazione di Bagnoli, per il quale il Governo ha scelto di nominare nuovo commissario proprio il sindaco.